Senza giri di parole, parla di una giustizia onoraria “all’anno zero” Olga Rossella Barone, giudice di pace a Napoli e coordinatrice di Magistratura Giustizia di Pace, una delle principali sigle di categoria.
“Siamo a conclusione di un percorso iniziato purtroppo con la riforma Orlando e che oggi – spiega – dà i suoi frutti con delle criticità che avevamo evidenziato già in passato. In pratica le riforme Orlando e Cartabia hanno fatto sì che chi reggeva il 70% del contenzioso non è stato più messo in grado di lavorare”. Il grido d’allarme arriva dalla conferenza “Verso una giustizia giusta”, promossa a Napoli dai coordinamenti cittadino e provinciale di Fratelli d’Italia. Il partito della Meloni chiama a raccolta i territori, per presentare la riforma Nordio. E il pianeta giustizia mostra le sue crepe, antiche e recenti. “I nostri uffici – dice Barone – non hanno le strutture adeguate per sostenere anche questi grandi cambiamenti epocali come il procedimento telematico. Io non una postazione e un computer, devo accedere al portale con uno spid personale. Gli uffici non sono cablati”. Inoltre la riforma Cartabia “ha sostanzialmente snaturato il processo davanti al giudice di pace, una giustizia di prossimità soprattutto volta alla conciliazione”. Infatti non “ci sarebbe stato bisogno di negoziazioni e mediazioni, di uscire fuori dai tribunali – sostiene Barone – per dare giustizia al cittadino, perché c’era il giudice di pace che serviva a questa funzione”. Altro tasto dolente: “I giudici di pace reclamavano autonomia, stabilizzazione e tutele giuslavoristiche, ma al momento sono privi di queste tutele”. Risultato? “Molti colleghi hanno abbandonato, gli uffici sono sguarniti di professionisti – accusa il giudice di pace –. Chi è rimasto, a seguito di queste riforme si trova in una situazione per la quale per legge non può più dare giustizia, perché siamo applicati per un’udienza a settimana”. In termini pratici “questo comporta uno slittamento dei processi. Prima il giudice di pace era considerato virtuoso, e chiudeva un contenzioso nel giro di un anno. Ora si possono prevedere anche 3-4 anni”. Pure in contesti difficili, come quello napoletano, si registra un “accumulo del contenzioso, io – dichiara il magistrato onorario – ho un carico annuo di 2000-2.500 procedimenti”. Il quadro negativo, tra l’altro, “influisce anche sul Pnrr, perché – ricorda Barone – entro il 2025 dovrebbero essere ridotte le cause. Invece con la quantità di contenzioso non facciamo altro che aggravare il processo”. I giudici di pace, a questo punto si aspettano “dal nuovo governo che con un decreto d’urgenza regoli la nostra posizione, completamente bistrattata”. Intanto, il coordinatore cittadino di FdI, Sergio Rastrelli, esalta il ddl Nordio: “Sul terreno della giustizia, siamo orgogliosi di aver varato un primo pacchetto di riforme che restituisce garanzie ai cittadini senza privare la magistratura di alcuno strumento di indagine“.