Spacciando la propria attività per un’associazione no profit, in due anni non avrebbero dichiarato al fisco guadagni per oltre mezzo milione di euro, sottraendo alle casse pubbliche un imponibile Iva pari a 120.000 euro. È quanto hanno scoperto gli uomini della Guardia di Finanza del gruppo di Torre Annunziata (Napoli) nel corso di una verifica fiscale eseguita nei confronti di un soggetto economico qualificato come ente non commerciale, titolare di una casa di riposo nella città vesuviana nella quale, nel pieno della seconda ondata pandemica, morirono – dopo aver contratto il Covid – cinque anziane ospiti.
Nell’ambito delle indagini relative a questi fatti, la Procura di Torre Annunziata delegò alle fiamme gialle lo svolgimento di accertamenti di natura documentale, con l’obiettivo di appurare l’effettivo inquadramento giuridico della struttura e verificarne la situazione contabile. La verifica fiscale relativa al periodo d’imposta dal 2016 al 2020, stando a quanto verificato dalla Guardia di Finanza, avrebbe permesso di accertare che l’ente non commerciale svolgeva, in realtà, una vera e propria attività imprenditoriale, incassando rette da parte dei familiari delle anziane ospiti, non potendo dunque beneficiare del regime agevolato riconosciuto agli enti aventi finalità etico-sociali, di natura solidaristica o mutualistica. Nel complesso, è stato verificato che negli anni sottoposti a verifica l’associazione avrebbe omesso di contabilizzare e dichiarare elementi positivi di reddito per 540.000 euro, con un’Iva dovuta di 120.000 euro.