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Napoli – La decima e ultima puntata della stagione, che andrà in onda venerdì 27 maggio alle 22.30 su Tv Luna (canale 14 digitale terrestre e streaming su tvluna.it) sarà aperta dal contributo video di Osvaldo Esposito, il papà di Marcello, morto a 33 anni il 13 giugno del 2016 a San Giorgio a Cremano, nel corso di un TSO. Il racconto è breve ma straziante. “Lo Stato ha assassinato due volte mio figlio – esclama piangendo il sig. Esposito –. Non si spara a un ammalato”.

Diritti dei detenuti, minori in carcere e devianza minorile i temi affrontati nel corso dell’intervista in studio, condotta da Rosa Criscuolo che è anche autrice del programma e Lorenza Licenziati.
Il Garante dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello, esordisce fornendo dei dati: “L’anno scorso nella nostra regione nei primi 6 mesi ci sono stati 1100 trattamenti sanitari obbligatori, 48 dei quali a minorenni. Manca – e il Consiglio Regionale ha dormito su questo fronte – una riforma sul tema. Se c’è un monitoraggio e un osservatorio si evitano queste catastrofi. Si rispettano tutte le procedure previste dalla legge?”.
Collegandosi, poi, alla testimonianza video di Carmelo Musumeci che richiama il diritto del detenuto all’affettività e alla sessualità, viene affrontato un altro aspetto della detenzione, rimarcando che la possibilità di mantenere il contatto con il mondo esterno è fondamentale per i detenuti perché questi contatti sono di vitale importanza per contrastare gli effetti dannosi del carcere. Il mantenimento di buone relazioni familiari contribuisce a ridurre il tasso di recidiva e il sostegno delle famiglie e dell’ambiente di provenienza aiuta il reinserimento nella comunità.
In molti Paesi come Danimarca, Albania, Canada, Francia, Belgio, Spagna, sono possibili i colloqui affettivi. Il consiglio dei ministri europeo ha raccomandato agli stati membri di permettere ai detenuti di incontrare i propri partner senza la sorveglianza visiva durante la visita e anche l’assemblea parlamentare del consiglio d’Europa ha spinto per mettere a disposizione dei detenuti luoghi per coltivare i propri affetti. “Ciò nonostante in Italia siamo ancora clerico fascisti, conservatori – interviene Ciambriello -, la senatrice Cirinnà ha depositato un progetto di legge fermo in prima commissione Giustizia. Non se ne frega nessuno. Ricordo, poi, che siamo all’82esimo posto per la scarsa democrazia nelle carceri. Negli ultimi 20 anni sono usciti dalle carceri 27mila persone innocenti, hanno ricevuto 810 milioni di euro per ingiusta detenzione. A Poggioreale, la 55 bis del padiglione Roma al terzo piano, è la cella più affollata d’Italia e d’Europa nel carcere più affollato d’Italia e d’Europa. 15 detenuti, una sola finestra, un bagno senza doccia. C’è ancora una scritta fuori che avevo messo da sacerdote negli anni ’80: Area della socialità. Qual è la qualità della pena?”.
Infine il Garante regionale dei detenuti parla della difficile situazione minorile. “L’anno scorso, in piena pandemia, in tutta Italia 15.611 minori sono stati accompagnati in comunità e in carcere, 6.500 erano campani. Adolescenti a metà – li definisce Ciambriello – con la morte nel cuore e con un timbro: evasione scolastica. Non basta il patto educativo. Occorrono maestri di strada, educatori di comunità, assistenti sociali”. Con un grido d’allarme Ciambriello si appella alla massima carica cittadina: “Lo dico anche al sindaco di Napoli: Manfredi sveglia. 177mila persone in questa città hanno meno di 18 anni. La campagna elettorale è finita. Svegliamoci”.

Ospite in studio anche l’avv. Antonio Parisi, presidente Unimpresa Opere Sociali il quale ha focalizzato l’attenzione sul volontariato nel settore carceri: “Dobbiamo porci una domanda: le risorse erogate per progetti nelle carceri danno un effettivo risultato all’utente finale? Prendo ad esempio un caso risalente al 2007-2009, un istituto religioso ha vinto un progetto per la formazione di addetti alla cura della persona, 300 ore di formazione per 10 persone con nozioni di cosmetologia, igiene, psicologia della bellezza, tecnica di base per la cura complessiva della persona. Hanno ricevuto 42mila euro. Si è fatto un report finale? Quale beneficio hanno ricevuto le 10 persone dal progetto? Che impatto c’è stato? Io la risposta la conosco, ma ci sono tantissimi progetti così. Ecco perché faremo un libro bianco in cui diremo tutte queste cose, che poi sono atti ufficiali che stanno sui burc della Regione Campania”.

Durante la puntata interviene Silvia Grassi ufficio stampa del CSM, con una riflessione su come comunicare la Giustizia: “Non giustizialismo – puntualizza la giornalista, co-autrice di un testo sulla comunicazione -, ma attenzione e responsabilità nel modo in cui noi giornalisti dobbiamo raccontarla e insieme a noi i magistrati. Dobbiamo entrare nell’ottica di un servizio che deve essere reso nei confronti dei cittadini”.