Napoli – “Con tutta la volontà di redenzione dobbiamo ricordare che siamo in carcere, non sono possibili errori su chi entra. Deve esserci fiducia, ecco perché non si può dare una delega a una persona come Ioia, lo abbiamo detto all’ex sindaco de Magistris e lo abbiamo ribadito al nuovo, Manfredi”. Lo afferma Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria commentando l’arresto a Napoli di Pietro Ioia, garante dei detenuti del carcere di Poggioreale arrestato per aver portato cellulari e altri pacchetti ai reclusi. “Il Garante dei detenuti – sottolinea – è come una figura politica, come un poliziotto, non possiamo fargli fare flessioni nudo, pur sapendo che chi nasconde un telefono o droga non si mette queste cose in tasca ma altrove e la perquisizione diventerebbe un problema anche con le istituzioni che lo hanno nominato”.
“Prima dell’ingresso – spiega Di Giacomo – vengono perquisite le persone esterne ma non chi lavora qui, da guardie carcerarie a garanti. Ioia entrava tutti i giorni e venivano eseguite perquisizioni normali, la vera perquisizione significa farlo spogliare, fargli fare le flessioni e fare ispezioni sul corpo, che andrebbero fatte ogni giorno. Immaginate se una cosa del genere accadesse, sarebbe stato assurdo, ecco perché parliamo di responsabilità non solo personale ma anche di chi ha trascorso un lungo periodo da delinquente, è stato condannato, ha passato tempo in prigione e poi ha un incarico del genere. Mi sembra privo di opportunità giuridica e per questo mi concentrerei su chi ha concesso a Ioia la possibilità di fare questo lavoro, non sullo stesso Ioia”. La possibilità dei capi dei clan di continuare a comandare dal carcere non avviene solo nei film, come sottolinea Di Giacomo: “Ci sono i telefonini nelle carceri – spiega – e alcuni detenuti li usano per fare cose molto gravi. In Campania rivolgersi alla giustizia è diminuito del 4.8%, perché chi viene ricattato o taglieggiato non va più da Polizia e Carabinieri a denunciare sapendo che dal carcere si comanda all’esterno”. Di Giacomo ricorda anche che sta aumentando il controllo sulla polizia penitenziaria: “sono in forte aumento le sospensioni dal servizio di polizia penitenziaria – spiega – abbiamo organizzato un sistema di controllo e siamo i primi a mettere da parte le mele marce”.
Il commento di Borrelli
“L’incarico di garante di Ioia era triennale, il nuovo sindaco Manfredi doveva decidere se confermarlo. Un anno fa gli chiedemmo di revocare l’incarico ma l’assessore di Napoli Trapanese fu determinato nel dire di aspettare. Ieri lo abbiamo sentito e ci ha dato ragione”. Lo afferma il parlamentare dei Verdi Francesco Borrelli, commentando l’arresto del garante dei detenuti di Napoli. “Trapanese diceva – ha spiegato – che molte famiglie dei detenuti chiedevano di tenere Ioia. Capisco quello che chiedono i detenuti ma non sono loro a determinare le scelte. A de Magistris avevamo detto che eravamo assolutamente contrari alla scelta di Ioia ma lui se ne fregò, ci fu una polemica pubblica nostra. Anche alcuni del centrodestra dicevano che è un personaggio improponibile, io invece dicevo che una persona che ha parenti in carcere, e lui ha il fratello, anche se è cambiato, è improponibile e impensabile come garante“. Nella lotta alla camorra, Borrelli, commentando anche le frasi del nuovo procuratore nazionale Gianni Melillo, ha detto: “E’ una lotta importante farla sì con le marce delle associazioni ma soprattutto con le denunce. Penso al mio lavoro praticamente da solo su Pizzofalcone per cacciare le famiglie criminali occupanti, mi sarei immaginato una mobilitazione degli esponenti politici che non c’è. Io ho fatto processi, sono stato querelato dai clan Moccia e Maresca, perché la lotta alla camorra si fa con atti giudiziari e denunce, ma anche con le leggi. Oggi siamo pronti a proporre in Parlamento che se un Comune salta per infiltrazione mafiosa, non devono saltare solo i politici eletti ma anche i dirigenti e funzionari coinvolti, perché la camorra, la mafia oggi investe su di loro che durano 30 anni e non più sul politico che ne dura 5”.