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Condizioni critiche ma stabili per Thaeb Suliman, il 23enne arabo israeliano unico sopravvissuto all’incidente sulla funivia del Faito. Il giovane è ricoverato nell’ospedale del Mare di Napoli, dove oggi l’equipe medica valuterà la temporanea sospensione della sedazione per procedere alla valutazione neurologica.
   
Il giovane è attualmente ventilato meccanicamente in sedazione profonda. Permangono le condizioni critiche e la prognosi resta riservata. 
 
“In questi casi non ci sono parole. Ringrazio le autorità italiane e auspico che siano individuate le responsabilità”. A parlare è Loei Arafat, lo zio della giovane farmacista arabo-israeliana Janan Suliman morta nell’incidente della funivia del Faito e del fratello Thabet, rimasto gravemente ferito e ricoverato all’ospedale del Mare, a Napoli. Giunto nella serata di ieri in Italia l’uomo si è recato dapprima all’obitorio di Castellammare di Stabia e successivamente al commissariato di polizia.
Loei Arafat, che ha studiato in Italia (si è laureato a Macerata nel 1997), dice di aver sentito i nipoti una settimana fa: “I loro genitori non sono venuti in Italia perché sono rimasti accanto agli altri figli”, spiega.
 
“Non abbiamo ancora notizie certe“. Lo ha detto, in relazione a un possibile data delle autopsie, l’avvocato Hillary Sedu, che oggi ha accompagnato i familiari dei due giovani arabo-israeliani – i fratelli Janan e Thabet Suliman, la prima deceduta e il secondo gravemente ferito – coinvolti nell’incidente della funivia del Faito al commissariato di polizia di Castellammare di Stabia.
Ora, ha detto, bisogna “badare al superstite” – il 23enne Thabet – le cui condizioni “sono stabili nella loro gravità”.
I medici e la Regione Campania hanno fatto cose straordinarie. Per questo la famiglia vuole ringraziare tutti”, dice ancora. I sanitari stanno “profondendo ogni sforzo“, conclude il legale, e poi “sarà importante la fase di accertamento delle responsabilità”.