“Leonardo macchina di morte: stop al genocidio, Free Palestine”, è lo slogan che campeggia sullo striscione esposto dai manifestanti pro-Palestina che stamane sono arrivati ai cancelli della Leonardo, a Bacoli, per condannare la fornitura di armi “made in Italy” all’esercito israeliano. A bloccare l’ingresso dei mezzi alla fabbrica gli attivisti della ‘Rete Napoli della Palestina’, della ‘Rete studentesca per la Palestina’ e del sindacato Si Cobas che hanno aperto striscioni e scritto con vernice sui cancelli frasi contro la Leonardo e contro l’invio di armi ad Israele.
“Oggi siamo qui per dire chiaramente che il governo italiano e la Leonardo sono complici del genocidio del popolo palestinese: il rifornimento di armi da parte della prima azienda italiana per produzione bellica all’esercito di Nethanhyau rappresenta per noi un punto di non ritorno, è il momento delle azioni concrete contro i complici di questo sterminio”, dichiarano gli attivisti in una nota.
La giornata proseguirà con corteo che partirà alle 14.30 a piazza Garibaldi, nell’ambito di uno sciopero nazionale che convoglierà poi nella manifestazione di sabato 24 febbraio a Milano.
“Bloccare tutto, innanzitutto la produzione di armi, è ad oggi una necessità. Dal 7 ottobre ad oggi sono più di 30.000 i palestinesi uccisi, di cui più di metà erano donne e bambini, il complice silenzio di mass-media e comunità internazionale circa il genocidio in corso non è più tollerabile“, questa la conclusione degli attivisti durante il sanzionamento alle sede della Leonardo, che rilanciano contestualmente l’appuntamento alla mobilitazione del pomeriggio.