“Sono un napoletano nato a Milano”, amava ripetere Silvio Berlusconi, che con la capitale del Sud aveva un rapporto di affetto vero, ricambiato dall’elettorato partenopeo e campano, che a Forza Italia ha sempre offerto risultati superiori alla media nazionale.
Cosa ne sarà ora di Forza Italia in Campania? Il partito tenterà di portare avanti la lezione di Berlusconi, di resistere alle inevitabili ripercussioni negative della scomparsa del leader. Con la guida del partito che passerà, salvo imprevisti, nelle mani dell’attuale coordinatore, Antonio Tajani, crescerà il peso politico anche a livello nazionale dell’attuale coordinatore regionale campano, l’europarlamentare Fulvio Martusciello, legatissimo al ministro degli Esteri.
A Martusciello spetta ora un compito arduo, ovvero quello di serrare i ranghi dei dirigenti locali e degli eletti nei consigli comunali, in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. Il più vicino, al quale manca comunque un anno, sono le Europee del 2024, ma è inevitabile che l’attenzione sia puntata sulle regionali del 2025. La candidatura alla presidenza della Campania, per il centrodestra, spetta storicamente a Forza Italia, ma per ora ogni ipotesi resta congelata: bisognerà infatti verificare, e lo si potrà fare solo dopo le elezioni Europee del 2024, quale consistenza elettorale avrà il partito senza più il suo leader in campo.
Se in 12 mesi il consenso di Forza Italia non sarà evaporato, come pure è possibile, gli equilibri nel centrodestra non cambieranno, poiché Giorgia Meloni ha bisogno di una “gamba moderata” nella coalizione che intercetti il voto dell’elettorato più centrista dello schieramento conservatore; se invece tra un anno il partito sarà sulla via della dissoluzione, tutto il quadro cambierà.