Quel forte è l’emblema di Napoli Est, il volto più dimenticato della città, sfregiato due volte: dalle scorie tossiche del passato industriale e dalle promesse di rilancio turistico, mai mantenute. Il Forte di Vigliena è un monumento nazionale, oggi completamente abbandonato. Tradito come San Giovanni a Teduccio dove sorge. Il 13 giugno 1799 fu teatro di uno snodo decisivo della Rivoluzione napoletana, con la battaglia tra i giacobini della Repubblica Partenopea e le forze sanfediste del cardinale Ruffo.
Altrove ne verrebbe preservata la memoria, sarebbe un attrattore per i visitatori: invece annaspa tra degrado e illegalità. Anche il Forte ha seguito il destino di San Giovanni a Teduccio. Per oltre vent’anni Napoli Est ha atteso la Darsena di Levante, la riconversione per il turismo da diporto. Sarebbe significato voltare pagina, dopo un secolo di inquinamento industriale, picchi anomali di neoplasie, ed un presente carico di angosce e disoccupazione. Ma è tutto bloccato, arenato nei contenziosi, dispute sulle mancate bonifiche.
Per questo l’11 giugno (ore 10) comitati e associazioni danno appuntamento al Forte di Vigliena, un bene appartenente al Demanio dello Stato. Per una manifestazione dal forte valore simbolico. “Ci recheremo al Forte – spiegano gli organizzatori – per rendere omaggio agli uomini e alle donne che sacrificarono la loro vita per la libertà e per l’uguaglianza, per chiedere il restauro conservativo del Monumento e il suo recupero funzionale, la riqualificazione di Vigliena e di tutta l’Area Orientale della città di Napoli”.
All’evento sono stati invitati il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, il sindaco Gaetano Manfredi, il presidente dell’Autorità Portuale, Andrea Annunziata, la presidente di Abc Napoli, Alessandra Sardu. Tra i tanti promotori ci sono il Comitato Civico di San Giovanni a Teduccio, l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, la Società Napoletana di Storia Patria, Italia Nostra, Legambiente Napoli Centro Antico, l’Associazione Figli in Famiglia, Medicina Democratica, la Rete Stop Gnl, Libera contro le mafie.
Per i residenti il Forte di Vigliena, a dispetto di tutto, recita ancora un ruolo importante. Lo insegnerebbe l’ultima vicenda, con la lotta dei comitati contro il deposito Gnl, previsto proprio qui. Il parere negativo all’opera dal ministero dell’Ambiente, tra le ragioni, includerebbe la presenza del monumento. “Il Forte è stato dichiarato monumento nazionale più volte, dall’ottocento in poi, ma oggi – afferma Enzo Morreale del Comitato Civico di San Giovanni a Teduccio – versa in stato di totale abbandono. Si trova proprio di fronte all’area in cui si doveva realizzare il Gnl, e uno dei motivi ostativi alla realizzazione dell’impianto è stato proprio il Forte di Vigliena. Quindi ha continuato ad esercitare una sua funzione di resistenza, chiamiamola così, e ha un valore emblematico”. Per gli abitanti “è una pietra miliare, tra l’altro – aggiunge Morreale – secondo i dispositivi precedenti e attuali dei decreti, si dice che bisogna recuperare questo monumento. Il suo significato è legato al recupero dell’area orientale. Nel corso degli anni per noi è diventato anche il simbolo della riqualificazione”.
Un’aspettativa delusa da decenni, e oggi ancora disattesa.