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Napoli – Sarà presentato a Galleria Toledo martedì 3 maggio alle ore 19:00 Stabat Mater, il cortometraggio realizzato dall’associazione culturale Teatro Electra di Pistoia, girato con la partecipazione di dodici detenuti della Casa Circondariale Santa Caterina di Pistoia e con gli attori Melania Giglio e Giuseppe Sartori, la regia è di Giuseppe Tesi.

Subito dopo la proiezione sarà presentato il volume “Senza pregiudizio”, dedicato al percorso cinematografico affrontato dal regista con i detenuti di Pistoia. Al dibattito interverranno l’attrice Valentina Stella, Gianluca Guida direttore del carcere minorile di Nisida, Pietro Ioia, garante dei detenuti del Comune di Napoli e Giuseppe Tesi, regista del cortometraggio. Modererà il dibattito Viviana Lanza giornalista de Il Riformista.
Il cortometraggio, Stabat Mater, realizzato nel 2021 è liberamente tratto dalle pièces Madri (Oèdipus ed. 2018) di Grazia Frisina, e ha per protagonista Maria. L’aspetto divino della sua figura lascia spazio a quello umano, attraverso il quale si coglie l’essenza di una donna e madre che innalza il suo grido di dolore al mondo spogliandosi di ogni sacralità e piangendo, senza possibilità di conforto, il figlio perduto. Il linguaggio poetico del testo, sullo stile della tragedia greca, crea un contraltare suggestivo e permette una sovrapposizione di voci tra il coro interpretato dai detenuti e la Corifea impersonata dall’attore Giuseppe Sartori.
 
Maria prende la parola da un teatro che è il carcere. Il suo silenzio e il silenzio di quel luogo spesso accantonato, come si fa con tutte le cose scomode, si congiungono, si uniscono, si riconoscono, per rompersi e finire per confluire in parole che parlano di vita, di libertà, di amore: in parole che danno voce a chi una voce non ce l’ha.
 
Mercoledì 4 maggio dalle 18:00 alle 20:00 incontro sul libro LE FRAGILI ALLEANZE Militanti politici e classi popolari a Napoli (1962-1976) di Luca Rossomando (monitor edizioni).
Dai gruppi di giovani che frequentano le baracche fino alle lotte per la casa, l’istruzione e i servizi sociali nelle nuove periferie; dai comitati di quartiere alle scuole popolari, passando per i primi contatti tra studenti e operai nel ’68; dal movimento dei detenuti a quello delle donne, fino al tentativo dei disoccupati organizzati di riunire per la prima volta le forze del precariato urbano con quelle degli operai di fabbrica. Questo libro racconta l’inedita stagione di alleanze, solidarietà e conflitti che si sviluppa a Napoli tra gli anni Sessanta e Settanta del Novecento, sulla spinta dei mutamenti e delle mobilitazioni che investono nello stesso periodo l’Italia e il mondo intero. Un percorso capace di incrinare le barriere sociali ancora solide nella Napoli di allora, avviato da studenti e intellettuali per poi espandersi verso strati sociali fino a quel momento estranei a esperienze autonome di organizzazione sindacale e politica. Un processo composito e stratificato, ma che può essere letto in modo unitario come lo sforzo più rilevante operato a partire dal secondo dopoguerra, e fino a oggi, per mobilitare gli strati ai margini della società napoletana in un orizzonte condiviso di partecipazione politica e trasformazione esistenziale.
Ingresso gratuito
 
Dopo la presentazione, alle ore 20:30, in sala sarà proiettato LIEVITO, il nuovo film di cyop&kaf, film distribuito con il contributo di Regione Campania e Fondazione Film Commission Regione Campania.
 
Un’associazione che opera in un quartiere del centro storico organizza un soggiorno estivo per adolescenti nel parco naturale del Cilento. Una società sportiva che ha sede nel complesso in disuso dell’Albergo dei Poveri diventa un punto di riferimento per centinaia di giovani. Un museo di arte contemporanea apre i propri spazi a un laboratorio teatrale per ragazzi e ragazze di tutti gli strati sociali. Lievito indaga le relazioni tra questi gruppi di adolescenti e le loro guide adulte; i metodi didattici e le pratiche educative; le regole materiali e simboliche; il rapporto tra la forma dei luoghi e i corpi nello spazio. Intorno, come una cornice, le storie di Bruno Leone, maestro di guarattelle, e di Peppe Carini, maestro d’infanzia, a mostrare le radici profonde, le implicazioni e le contraddizioni di ogni rapporto tra allievi e maestri, ma anche le suggestioni politiche di un passato solo apparentemente remoto, in una città, Napoli, in cui la scuola non è mai stata l’unico luogo, e nemmeno il principale, dove imparare a vivere.
 
Al film seguirà una performance live di Antonio Raia e Renato Fiorito, autori della colonna sonora del documentario.