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NAPOLI – “Noi vogliamo fare dell’Italia un Paese più orientato al futuro, più unito, che passi attraverso una vera attuazione del federalismo differenziato, un federalismo che rappresenti una leva di crescita per tutto il territorio nazionale in modo coeso, non certo con forme e modalità sostenute e sbandierate da altre forze politiche, come la Lega, che sancirebbero di fatto la morte per le regioni del sud”.

Così parlò Mario Casillo, capogruppo del Partito Democratico in consiglio regionale.
 
Qualcuno lo attendeva in trincea, candidato in prima persona con la medaglia al petto delle 42mila preferenze che 2 anni fa lo confermarono nell’assise del Centro Direzionale. Ma, per questa tornata elettorale, Casillo non veste i panni del condottiero, solo quelli del soldato.
 
La prossima settimana, sarà impegnato ad Ercolano in una iniziativa elettorale assieme ad un altro big delle preferenze, il parlamentare uscente Lello Topo, e all’altra consigliera regionale dem, Loredana Raia, entrambi candidati. E sull’argomento che più a cuore, quello del ruolo delle Regioni e degli enti locali, finisce il ragionamento con queste parole:
 
E’ arrivato il momento di riformare il Testo Unico degli Enti Locali con l’obiettivo di valorizzare pienamente le istituzioni più prossime ai cittadini: sono quelle che contribuiscono allo sviluppo inclusivo e sostenibile del Paese. Inoltre, bisogna concedere alle Regioni ulteriori forme e condizioni di autonomia superando la spesa storica come criterio esclusivo di allocazione delle risorse e potenziando i fondi di perequazione”.
 
L’importanza della partita che si gioca il 25 settembre, Casillo, sebbene dalla panchina, ce l’ha ben chiara in testa: “Siamo davanti ad un bivio: o si sceglie di guardare al futuro o si torna indietro. I cittadini saranno chiamati a scegliere tra chi, sventolando la bandiera del populismo e facendo leva sulle loro paure, vuole riportarli indietro nel tempo e chi, come noi del Partito Democratico, guarda ad un futuro sostenibile, con un governo che attui il Pnrr  e che sia capace di creare posti di lavoro per i giovani, non tagli la sanità ma che al contrario la rendi sempre più di prossimità territoriale, che investi nella scuola e nella cultura”.