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L’unità di Urologia del Fatebenefratelli rischierebbe la chiusura, per fine anno, a causa di “una stranezza incomprensibile“. A Napoli scatta la mobilitazione, per scongiurare lo stop. “A nostro parere  – denuncia Cinzia Mirone a nome del Comitato Vomero Arenella Gruppo Storicotutto ciò metterebbe in ginocchio la Sanità Campana già martoriata in quanto l’altro ospedale che si occupa di queste patologie è il Presidio Ospedaliero S.Maria Delle Grazie sito a Pozzuoli”.
L’allarme nasce lo scorso luglio. All’epoca il comitato “è venuto a conoscenza della volontà di chiudere il reparto di Urologia”, il quale “insieme al Cardarelli, che tra l’altro è superaffollato, copre una grande platea della popolazione del mezzogiorno e funge anche da pronto soccorso”. La presunta chiusura ha vari punti da chiarire.
La decisione di chiudere il reparto  – afferma il Comitato Vomero Arenella Gruppo Storico – è frutto di una stranezza incomprensibile che ci lascia basiti, l’ospedale non ha l’accreditamento per l’urologia, nonostante fosse stato previsto nel piano sanitario regionale”. Di fronte a “questa assurda situazione, ci siamo così rivolti alla scrupolosa e sempre attenta Consigliera Regionale Marì Muscarà la quale ha immediatamente e fermamente interrogato la giunta Regionale”. Tuttavia “ad oggi non è ancora giunta risposta all’interrogazione”.
Detto ciò “e visto che purtroppo i tempi stringono il Comitato chiede l’intervento di cittadini, di associazioni, gruppi che operano sul territorio Chiaia – Posillipo – San Ferdinando e di tutti coloro che si rendono conto della gravità della situazione”. Protesta contro la ventilata chiusura anche Antonio Di Gennaro di Assoutenti Napoli2: “Attendiamo chiarimento su questa assurda decisione che riteniamo si debba annullare”. Nell’interrogazione della consigliera Muscarà (gruppo misto), datata 1 agosto, si premette che l’Ospedale “Madonna del Buon Consiglio” Fatebenefratelli di Napoli appartiene alla Provincia religiosa di san Pietro dell’Ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio”. Si dà conto di come sia “un ospedale generale di zona, classificato” fin dal 1975 con un decreto del presidente della giunta regionale. E inoltre, è sede “di pronto soccorso attivo e afferisce alla rete regionale dell’emergenza“. Al Fatebenefratelli, il reparto di Urologia è una Unità Operativa Semplice, inserita in quella complessa di Chirurgia generale. L’attività svolta è ad ampio raggio. Tra i campi di intervento, diagnosi e monitoraggio dei disturbi di natura urologica e andrologica dell’uomo e urologica della donna. Ma ci si occupa anche delle patologie di rene, surrene, uretere e vescica. I sanitari erogano prestazioni di chirurgia urologica. L’attività assistenziale, invece, “si esplica mediante visite ambulatoriali, ricoveri in regime di Day Surgery, ricoveri ordinari e ricoveri in regime di urgenza (tramite Pronto Soccorso)“. L’Unità, tra l’altro, “si trova di fatto – scrive Muscaràad operare come reparto di urologia anche affrontando le emergenze del pronto soccorso, pur non avendo un pronto soccorso”. Nella mappa dei nosocomi, poi, “l’altro ospedale con pronto soccorso urologico è il Presidio Ospedaliero S. Maria Delle Grazie che però, essendo ubicato a Pozzuoli, è troppo lontano”. La consigliera regionale considera che “se fosse vero, questa decisione metterebbe in ginocchio gran parte della popolazione che afferisce a questo presidio ospedaliero”. Alla giunta di Palazzo Santa Lucia, si chiedono quindi le ragioni per cui il Fatebenefratelli “non ha l’accreditamento per l’urologia, motivo per cui sarebbero costretti a chiudere il reparto, nonostante fosse stato previsto nel piano sanitario regionale”. La risposta manca da quasi due mesi.