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Eventi turistici, purché non di carattere religioso. Nella municipalità Soccavo Pianura, un emendamento cancella santi, madonne e spiritualità dal cartellone estivo. Il bando, pubblicato oggi, ha un budget contenuto: 20mila euro. In origine però, le linee di indirizzo erano diverse. Prevedevano, appunto, anche manifestazioni di stampo spirituale. Lo aveva stabilito, il 31 maggio, una riunione tra assessorato comunale al Turismo e i presidenti di commissione della municipalità 9. Nulla di speciale, si intende. L’orientamento è simile in tutte le municipalità di Napoli. E la nona, inoltre, è territorio ricco di storia e tradizioni religiose. Basti pensare alle chiese monumentali dei Santi Pietro e Paolo, a Soccavo, o San Giorgio Martire, a Pianura. Senza contare don Giustino Russolillo, il sacerdote pianurese proclamato santo due anni fa.

Il 17 giugno, però, il parlamentino municipale approva una serie di emendamenti. Con questi, si correggono le linee di indirizzo. In alcuni casi, si specifica meglio quanto già deciso. Ad esempio, le rassegne cinematografiche nei parchi: vengono individuati quelli Don Gallo, Anaconda e Attianese. Per Soccavo invece, ora le attività rivolte ai bambini vanno realizzate “con particolare attenzione” a via Epomeo. E poi cambia un’altra dicitura. Dagli eventi e le manifestazioni sparisce l’espressione “anche di carattere religioso”. La sostituisce l’aggettivo “laiche”. E tra i vincoli di carattere generale, il bando esclude “in ogni caso” le proposte “riguardanti: propaganda di natura politica o religiosa”. I paletti sembrano piuttosto stretti. Verrebbe proprio da dire: sugli eventi di carattere religioso, ci hanno messo una croce sopra. Ma non tutti sono d’accordo, per svariate ragioni.

“Gli emendamenti – premette Andrea Saggiomo, presidente della Municipalità 9 – sono stati discussi in consiglio, fa parte del dibattito all’interno delle forze politiche che compongono regolarmente la maggioranza”. Fa un discorso articolato Luca Di Costanzo, capogruppo del M5S, uno dei 16 promotori dell’emendamento. “Nessuna censura alla religione – assicura  -, io stesso sono di fede cattolica come tutta la mia famiglia”. Ma in consiglio, al momento di votare, è stata vivace la discussione. Qualcuno, in dissenso, ha persino parlato di “fondamentalismo ateo”. Di Costanzo non la vede così: “Laico non vuol dire ateo, la nostra Costituzione è laica, e a nessuno di noi sembrava una cosa fuori dal normale”. L’obiettivo dell’emendamento, a sentire lui, è tutt’altro. “Si è inteso dare più spazio  – spiega – ad associazioni più piccole di quelle legate al mondo ecclesiastico, che magari hanno più possibilità di poter organizzare iniziative, come poi già avviene a Pianura e Soccavo”. E in  sostanza, si volevano “proporre iniziative davvero attrattive per la periferia, dove c’è poco e niente”. I toni non certo sono anticlericali, insomma.

E per la consigliera pentastellata Teresa De Giulio, le manifestazioni religiose non sono neppure tagliate fuori. “L’emendamento – dichiara – non prevede esclusivamente quelle laiche, ma intende dargli la precedenza. Una cosa ben diversa”. Ma dubbi, per altro verso, li esprime Giorgio Birra, capogruppo del Pd. “Io penso che la Chiesa possa concorrere al bando lo stesso – sostiene -, perché di solito partecipa tramite qualche associazione collaterale”. E allora, per un responso definitivo, non resta che attendere 14 giorni: la scadenza del bando.