In tarda mattinata, un’esplosione nella cabina di trasformazione elettrica di via Terracina, a Fuorigrotta, ha generato un incendio che ha avvolto le strutture della centrale, sprigionando una densa nube nera. Il quartiere è paralizzato, con l’aria resa irrespirabile e migliaia di utenze interrotte, tra cui i servizi essenziali all’ospedale San Paolo. Vigili del fuoco, polizia municipale e carabinieri sono impegnati sul posto per gestire l’emergenza.
«Ennesimo disastro, dopo quello di Calenzano, oggi è Napoli a essere colpita nel cuore. Questi eventi non sono casuali, ma il tragico risultato di un sistema che ignora la prevenzione e la sicurezza», denuncia la consigliera regionale indipendente Marì Muscarà. La consigliera ricorda come, appena pochi giorni fa, avesse sollevato il caso dell’incidente avvenuto a Calenzano, in Toscana, dove un altro impianto pericoloso aveva messo a rischio la vita dei cittadini. «È gravissimo che, nonostante l’approvazione all’unanimità della mia mozione sulla sicurezza degli impianti pericolosi in Campania, nulla sia stato fatto per attuarla. La mozione chiedeva l’istituzione di un ufficio regionale per la sicurezza degli impianti elettrici, con personale tecnico delle ASL dedicato a controlli sistematici. Eppure, l’ufficio non è mai stato creato», sottolinea Muscarà.
Secondo la consigliera, l’assenza di un sistema di controllo efficace e l’apertura di impianti senza omologazioni adeguate sono il risultato di un sistema politico che ostacola la prevenzione: «Le ASL ignorano spesso i loro obblighi, e il consenso politico prevale sulla sicurezza. Questo espone lavoratori e cittadini a rischi inaccettabili».
Muscarà conclude con un appello forte alla Giunta regionale: «Non possiamo permettere che mozioni approvate rimangano lettera morta. La sicurezza non è negoziabile. Serve immediatamente l’istituzione dell’ufficio per i controlli sugli impianti pericolosi, perché tragedie come quella di oggi non si ripetano mai più». La consigliera invita tutti i cittadini a non abbassare la guardia e a chiedere risposte chiare e interventi concreti da parte delle istituzioni.