Morte come conseguenza della violazione delle norme di sicurezza sul lavoro e sulla detenzione di materiale esplodente: è quanto ipotizzano gli inquirenti della Procura di Napoli che stanno coordinando le indagini sullo scoppio della fabbrica di fuochi di artificio abusiva a Ercolano, in provincia di Napoli, che ha causato la morte di tre giovani: un ragazzo albanese 18enne e due gemelle di 26 anni.
A coordinare gli accertamenti dei carabinieri sono i sostituti procuratori Stella Castaldo e Maurizio de Franchis in forza, rispettivamente, alla VI e VII sezione (dirette dai procuratori aggiunti Simona Di Monte e Pierpaolo Filippelli) Al momento i carabinieri di Ercolano hanno denunciato un uomo di 38 anni che aveva intestato l’immobile regolarmente accatastato ma utilizzato per la fabbricazione illegale dei botti alla figlia 13enne: la sua posizione è al vaglio degli inquirenti.
Nelle prossime ore dovrebbero essere conferito l’incarico per l’esame autoptico sulle salme delle tre vittime, recuperate tra ieri e l’altro ieri, dal luogo della tragedia e trasferite nel secondo policlinico di Napoli.
Esplosione a Ercolano, due sezioni della Procura al lavoro
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