Tempo di lettura: 2 minuti

“In piena campagna mediatica che ci vorrebbe far passare per “torturatori” di detenuti, dopo i fatti di Trapani che non va dimenticato sono tuttora in corso di indagini, non rinunciamo certamente ad esprimere tutta la nostra rabbia per l’82esimo suicidio avvenuto a Poggioreale di un giovane detenuto di soli 28 anni. Salgono a 222 dall’inizio dell’anno i morti negli istituti penitenziari, di cui 131 per “altre cause” con decine e decine di casi in corso di accertamento, un numero record mai raggiunto prima”. È il commento del segretario generale del S.PP. Aldo Di Giacomo per il quale la diffusa casistica dimostra che l’età media dei suicidi si abbassa notevolmente sino a toccare in media i 40 anni e coinvolge persone più fragili e come tali da attenzionare. Ma senza psicologi, psichiatri, medici e con poco personale penitenziario che per altro non ha alcuna preparazione specifica non è possibile fare alcuna prevenzione. E questo accade nonostante le centinaia di intervento l’anno di agenti che riescono in extremis a salvare vite umane. Per questo non ci stiamo a passare per “torturatori”.

Purtroppo – dice Di Giacomo – siamo rimasti gli unici a prendere posizione sulla “strage di Stato”. Abbiamo ascoltato solo impegni politici e dichiarazioni di parlamentari ed esponenti di Governo senza passare dalle parole di commozione (in qualche caso anche sincera) o generiche e di circostanza, quasi sempre le stesse, ai fatti. Sino al punto di produrre una sorta di assuefazione e ridurre il suicidio in cella a pochi righi in pagina di cronaca locale perché non fa più notizia”. Per Di Giacomo “l’applicazione di pene alternative alla carcerazione, tra le quali gli arresti domiciliari, nei casi in cui è possibile, è sicuramente – insieme ai servizi inesistenti di assistenza psicologica – un importante deterrente al suicidio
oltre che un modo concreto ed efficace per avviare a soluzione il problema del sovraffollamento dei nostri istituti penitenziari.