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NAPOLI – A Napoli è stato calcolato che ci sono circa 2000 senzatetto. Così, una delle priorità di chi si occupa di politiche sociali in città è di dar loro un posto sicuro dove dormire sperimentando anche nuove strategie. Ora, ad esempio, non si mira più a offrire grandi dormitori, ma piccoli spazi al chiuso.

Questa mattina, a Palazzo San Giacomo, se ne è presentato uno grazie alla cooperazione tra Comune e Cooperativa Sociale Medihospes. Esso sarà articolato su più livelli per garantire da un lato docce, guardaroba e lavanderia; dall’altro, un sostegno per informare, orientare e indirizzare sui servizi territoriali.
 
La nuova struttura sarà organizzata presso il SAI (Sistema Accoglienza Integrazione) del Comune di Napoli in via Santa Maria Vertecoeli.
 
Qui le persone senza dimora potranno accedere a un’area docce, a uno spazio lavanderia con lavatrice e asciugatrice, a un guardaroba sociale e agli uffici dedicati ai servizi di mediazione culturale e orientamento sociale gestito dalla Cooperativa Sociale Medihospes.
 
La durata del servizio è prevista per 14 mesi, con sportelli d’ascolto due giorni a settimana, il martedì e il giovedì dalle 14 alle ore 19.
 
“L’ampliamento al nostro SAI prevede una serie di servizi per le persone senza dimora che hanno bisogno di fare una doccia, di lavare i propri vestiti, di trovare vestiti nuovi soprattutto con il freddo e che hanno bisogno di un percorso di accompagnamento a 360 gradi e operativo da subito – ha dichiarato l’assessore comunale alle Politiche sociali Luca TrapaneseDiamo la possibilità a tutte le persone di essere accolte, cerchiamo di risolvere i loro problemi e di ridare dignità a chi l’ha persa. Vogliamo un welfare sempre più basato sulle esigenze dell’individuo, con le sue specifiche necessità e fragilità, un welfare sempre più capillare, che fa fronte alle emergenze spaventosamente in aumento per quanto riguarda la povertà e l’esclusione sociale – ha continuato l’esponente della giunta Manfredi – Per questo, ci basiamo non più su grandi strutture ma su più punti di accoglienza e ascolto per assistere e, dove possibile, reinserire le persone senza dimora e in condizione di estrema fragilità”.