Tempo di lettura: 3 minuti

Crescono in maniera significativa i reati ambientali in Italia, e la Campania è sempre più maglia nera. La regione resta la peggiore per illeciti (4952), ma registra persino un balzo: un anno fa erano 4020. Ovvero, siamo a un +23% rispetto al 2022, con una media di 13,5 reati al giorno: il 14% del totale nazionale. I dati sono diffusi dal Rapporto Ecomafia 2024 di Legambiente. Nel 2023, in Campania sono state 4643 le persone denunciate, con 49 arresti e 1241 sequestri. A livello provinciale, il triste primato va a Napoli: 1494 reati, 1410 denunce, 14 arresti e 607 sequestri. Segue Avellino (1203 illeciti, 940 denunce, 95 sequestri e nessun arresto), in allarmante crescita dal 2022 (+72,9%). Salerno è al quinto posto (815 reati, 793 denunce, 11 arresti e 175 sequestri). Ventitreesima è Caserta (424 reati, 343 denunce, un arresto e 175 sequestri). Benevento si colloca al 56esimo posto (133 illeciti, 70 denunce, un arresto e 36 sequestri).

In particolare, la Campania mantiene il primato negativo per alcune storiche fattispecie. Nel ciclo del cemento illegale, ad esempio. Nella regione, i reati consumati l’anno scorso sono stati 1912 (il 15% del totale in Italia), in aggiunta alla cifra più elevata di persone denunciate, oltre 2.000, e di sequestri effettuati, 370. A livello provinciale podio tutto campano con Napoli, Avellino e Salerno. In Provincia di Napoli si registrano 452 reati nel ciclo del cemento con 497 persone denunciate e 223 sequestri, ad Avellino i reati sono 349, 263 le persone denunciate e 32 sequestri. A Salerno troviamo 296 reati, 458 persone denunciate e 82 sequestri. Il record negativo per numero di ordinanze emesse in rapporto alla popolazione spetta alla Campania, dove, dal 2004 al 2022, è stata aperta una pratica per abusivismo edilizio ogni 236,6 abitanti. Le province più virtuose sono quella di Benevento con il 32% degli abbattimenti nel periodo di riferimento (dato di cui non fa parte il Comune capoluogo che è a zero) e Avellino, con il 30,4% (in questo caso, il Comune capoluogo incide notevolmente grazie al 39,4% delle ordinanze eseguite). Più dietro la provincia di Salerno con il 14,1% e Caserta con il 13, 1%.

In Campania, inoltre, si rileva il più alto numero di illeciti nel settore rifiuti: 1859 (20% sul totale nazionale). Tra le province, stavolta è Avellino ad accumulare più reati (763) nel Paese, seguita da Napoli (475). E in questa regione, Legambiente segnala “una vera e propria emergenza shopper illegali”. Un dato su tutti: solo a Napoli nell’ultimo anno sono stati rintracciati 100 chilogrammi di buste illegali ogni tre giorni, per un totale di 120 quintali. Si parla di “racket delle buste di plastica illegali”, cui è interessata anche la criminalità organizzata. Ma in questi anni a spartirsi la torta, insieme ad imprenditori, funzionari e amministratori pubblici collusi, sono stati circa 80 clan campani, attivi in tutte le filiere analizzate da Legambiente: dal ciclo del cemento a quello dei rifiuti, dai traffici di animali fino allo sfruttamento delle energie rinnovabili e alla distorsione dell’economia circolare. “I numeri e le storie raccolte nel rapporto – dichiara Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campaniaconfermano il lavoro importante svolto da forze dell’ordine, Capitanerie di porto, enti di controllo e magistratura. E dovrebbero sollecitare risposte coerenti ed efficaci da parte di chi ha responsabilità politiche e istituzionali“.

In Italia invece i reati ambientali sono stati 35.487, con un +15,6% rispetto al 2022, alla media di 97,2 reati al giorno, 4 ogni ora. Salgono in modo esponenziale il numero di persone denunciate (34.481, pari al +30,6%), arrestate (319, +43% rispetto al 2022) e quello dei sequestri (7.152, +19%).