Tempo di lettura: < 1 minuto

Napoli – Avrebbe ammesso di essere stato lui a sparare e di essersi costituito per paura di ritorsioni l’uomo che si è presentato in Procura, a Napoli, dopo il duplice omicidio di Carlo Esposito, 29 anni, e Antimo Imperatore, 56 anni, il primo ritenuto legato al clan De Micco-De Martino, l’altro operaio con piccoli precedenti penali che si guadagnava da vivere espletando lavori di manutenzione anche per gli affiliati ai De Micco con i quali più volte è stato notato dalle forze dell’ordine. Secondo quanto si è appreso Esposito, ritenuto dagli inquirenti un elemento di spicco dei De Micco-De Martino, stava ristrutturando il “basso”, nella disponibilità della camorra locale e una volta nella disponibilità di un elemento di spicco dei De Micco-De Martino (Giovanni Palumbo, detto ” ‘o piccione”), quando è arrivato il killer: lui è stato freddato all’interno dell’abitazione mentre Imperatore è stato trovato senza vita sull’uscio. L’agguato è scattato proprio del rione Fiat di Ponticelli, roccaforte della famiglia De Micco-De Martino, che si contrappone al gruppo camorristico dei De Luca Bossa. Nei confronti del killer sarebbe imminente l’emissione di un provvedimento di fermo per duplice omicidio volontario aggravato.