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NAPOLI – Certo, tutte le cose hanno bisogno di una maturazione. E, trattandosi di un amore, che tutto il resto del mondo giri affinchè sbocci. Ma sono ipotizzabili un dove e un quando ben precisi sia nato quello del Partito Democratico per Luigi Di Maio.
 
Il dove è Castellammare di Stabia. Più precisamente, nel suo storico cantiere navale.
 
Il quando è presto detto: il 17 giugno scorso. Quando la fine anticipata del Governo Draghi non era ipotizzata. E Di Maio era ancora il ministro degli Esteri, pensate, del Movimento 5 Stelle.
 
Certo, i mal di pancia con il suo partito già erano di dominio pubblico da tempo. Ma solo 4 giorni dopo, il 21 giugno, Luigi o’ministro avrebbe ufficializzato lo scisma, portando con sé 61 parlamentari nell’annunciare Insieme per il Futuro.
 
E quindi: chi era presente, quel giorno di giugno, nello stabilimento Fincantieri di Castellammare, ebbe l’occasione di mettere assieme tre indizi che gli fecero capire che qualcosa era nell’aria. Love is in the air: John Paul Young, since 1978.
 
Il primo: si notava che ad attenderlo c’erano più democratici che a una festa dell’Unità. Si ricordano i consiglieri regionali Mario Casillo, Massimiliano Manfredi e Loredana Raia; i parlamentari Piero De Luca (di Vincenzo) e Lello Topo. E poi una sfilza di sindaci dem del comprensorio che, a Castellammare, probabilmente, mettevano piede per la prima volta: da Enzo Cuomo di Portici, all’epoca fresco di investitura bulgara per il suo ennesimo mandato, a Carmine Lo Sapio di Pompei. Tutti occhi a cuoricino.
 
Il secondo indizio lo si evinse da quella che, col senno del poi, assume le sembianze di una vera e propria dichiarazione d’amore: Di Maio, davanti alla ressa di giornalisti, dichiarò: “Ci sarà un perchè, nell’ambito della maggioranza, il Pd sale e noi (quel noi, all’epoca, indicava ancora il M5S, ndr) scendiamo! Forse perchè non abbiamo ben chiare le ricette per le partite Iva, gli imprenditori, i lavoratori, per il futuro del nostro Paese a livello internazionale…”.
 
Il terzo indizio fu, infine, una locandina che cominciava a girare sui social proprio in quelle ore. Dava notizia che sabato 25 giugno Luigi Di Maio sarebbe stato ospite della Fondazione Mezzogiorno Europa, la fondazione napoletana vicina al Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, per parlare del conflitto in Ucraina assieme al presidente della Fondazione Umberto Ranieri, l’europarlamentare Pina Picierno e Nona Mikhelidze dell’Istituto Affari Internazionali. Dna dem.
 
Ecco, l’amore o, se volete più profanamente, la manovra per aggirare la soglia di sbarramento del 3% culminata col sì di queste ore di Di Maio al Pd sull’altare del diritto di tribuna è iniziata un po’ di tempo fa: Castellammare is not Bibbiano.