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“State parlando con una persona che sta in croce”. Lo ha detto don Maurizio Patriciello, parroco del Parco Verde di Caivano, nel corso dell’audizione di oggi in Commissione Antimafia.    
Don Patriciello ha ripercorso, passo dopo passo, le fasi vissute dal Parco Verde di Caivano: dalla costruzione di quelle strade, alla trasformazione di quell’area in una delle più grandi piazze di spaccio, per passare attraverso il degrado e gli abusi su bimbi e ragazzine. Ha chiamato in causa le passerelle dei politici di questi anni e poi la richiesta di aiuto rivolta da “un disperato” e accolta dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. L’inizio della trasformazione del quartiere fino ad arrivare agli sgomberi di qualche giorno fa.     
Grazie a Dio abbiamo il prefetto Michele Di Bari che è arrivato a ‘Parco Verde’ e ha aperto un dialogo con gli abitanti. Ora hanno valutato di mettere fuori 36 famiglie, è bastata questa cosa per farmi mettere in croce”, ha aggiunto.  
La Chiesa dopo quegli sgomberi è stata presidiata, oltre 1000 agenti delle forze dell’ordine; a me, che già sto sotto scorta, hanno consigliato di fare molta attenzione e mi hanno dato la nomea di aver chiuso la chiesa a chi moriva di freddo – ha detto – tra queste 36 famiglie che hanno dovuto lasciare la casa c’è chi ha sbagliato e anche chi si stava riprendendo”.    
Sono arrivati come avvoltoi destra e sinistra – ha aggiunto – e c’è chi ha ritratto donne sotto coperte con il simbolo della falce e martello. E’ stato un errore gravissimo, ne hanno fatto un problema di parte. I fratelli che hanno messo la bandiera rossa hanno fatto un errore strategico immenso”.
 
Da un anno a questa parte la più grande piazza di spaccio non funziona. Capite subito quante persone mi vogliono bene…”: Lo ha detto don Maurizio Patriciello, parroco del Parco Verde di Caivano, nel corso dell’audizione in Commissione Antimafia.    
Don Patriciello ricorda come negli anni passati il Parco Verde sia diventato una “propaggine di Scampia, ho detto che si sono spostati droga ,droghieri e drogati con una grande differenza e cioè che Scampia è molto ampia, il Parco Verde è piccolo”. “Non vi dico quanti parlamentari di tutti i colori davanti al mio altare si sono seduti – ha detto – Conte, Ruotolo, la Carfagna, Renzi perché chiedevamo aiuto”. Don Patriciello ha anche ricordato tutti i bimbi morti per malattie legate all’emergenza rifiuti, “abbiamo dovuto provvedere anche ai loro funerali”. “Siamo stati ascoltati e illusi in questi anni”, ha aggiunto. 
 
La gente ha paura degli assistenti sociali, ha paura di perdere i figli, andiamogli incontro”. Lo ha detto il parroco del Parco verde di Caivano, don Maurizio Patriciello, nel corso dell’audizione in Commissione Antimafia.    
Don Maurizio ha sottolineato come bisogna essere “spietatamente severi, i buonisti non mi piacciono” con chi delinque ma ricorda che c’è anche chi “è stato costretto a delinquere, il rischio è portarsi indietro uno scrupolo di coscienza”. “Abbiamo fatto tutto? – ha ribadito – Per me la vergogna è che un’amministrazione comunale venga sciolta per la seconda volta consecutiva. La camorra non vuole uccidere, vuole solo i soldi”.    
Quante persone possiamo salvare ancora?”, ha detto don Patriciello. Poi ha chiamato in causa la possibilità di valutare di togliere i figli ai mafiosi altrimenti “questa serpe che si morde la coda non avrà mai fine”. “Ma questa strada – ha concluso – la vedrei come ultima possibilità. Se prima non abbiamo fatto tutto, togliere direttamente i figli ai mafiosi sarebbe per noi un lavarci il viso e per loro un arrabbiarsi ancora di più”. 
 
Mi rifiuto di credere che viviamo in una giungla, viviamo in uno stato democratico”. Don Maurizio Patriciello, parroco del Parco Verde di Caivano, ha risposto così a chi gli ha chiesto, nel corso dell’Audizione in Commissione Antimafia, della necessità di effettuare gli sgomberi delle case popolari occupate senza titolo a Caivano.    
Non andava data la residenza a chi non ne aveva il diritto, questo è il punto – ha sottolineato – e invece con somma vergogna il Comune ha rilasciato regolari residenze e hanno avuto diritto alle utenze. E’ uno scempio che hanno combinato. Queste persone sono entrate in questa case fatiscenti, liberate volontariamente da chi aveva la residenza, nessun camorrista li ha costretti ad andare via. Hanno speso tutti i soldi e stanno lì da 30 anni”.