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Napoli – Tensione alle stelle all’ospedale Vecchio Pellegrini di Napoli. A pochi mesi dall’annunciata chiusura del reparto di Urologia e Urologia endoscopica scoppia la rabbia dei pazienti. Alcuni residenti hanno infatti inscenato un sit-in di protesta all’interno dello storico presidio sanitario della Pignasecca. La manifestazione, grazie anche al tranquillo intervento delle guardie giurate, non ha avuto risvolti violenti. Restano però intatte l’amarezza e la preoccupazione per la dismissione di un reparto che ogni anno registra quasi 3mila visite. Per questo motivo la Municipalità Due e il comitato Salviamo il Pellegrini sono pronti a dare battaglia contro il piano di riorganizzazione della Sanità varato dalla Regione Campania.

«Sono ormai tantissime le persone che non riescono ad accedere a cure adeguate. La Campania è la regione col tasso di mortalità più elevato per tumori e dove però la prevenzione è pari a zero, si muore prima, si pagano i ticket più alti, nel silenzio generale delle istituzioni», tuona il comitato Salviamo il Pellegrini. Durissimo, sul punto, il tenore della nota diramata dagli attivisti che si oppongono alla progressiva dismissione del nosocomio della Pignasecca: «Anche per il Pellegrini, come già è avvenuto per altri ospedali, si sono attuate politiche di privatizzazione ed esclusione sempre più drastiche e preoccupanti. Da un lato bisogna attuare un miglioramento qualitativo delle condizioni e dello stesso strumentario lavorativo, contrastando il forte disagio costituito dal blocco del turnover, e dall’altro è necessaria una presa di responsabilità da parte degli enti istituzionali. In qualità di abitanti ma anche di utenti chiediamo chiarezza rispetto alla prospettiva del presidio ospedaliero Asl Napoli 1 Pellegrini». Sulla stessa lunghezza d’onda il pensiero del consigliere della Municipalità Due, Pino De Stasio: «A nulla – commenta il delegato alle Pari opportunità – sono valse le continue sollecitazioni mosse dalla Municipalità verso i vertici dell’Asl e al governatore Vincenzo De Luca. Migliaia di anziani e ammalati dovranno recarsi in altro nosocomio e precisamente all’Ospedale del Mare, lontanissimo dal centro storico e dai suoi residenti. Credo che siano maturi i tempi per una grande manifestazione cittadina che parta dai numerosi documenti che il Consiglio della Seconda Municipalità ha prodotto in questi anni e dalle lunghe corrispondenze del presidente Francesco Chirico con i responsabili dei vertici dell’Asl. Non escludo di inviare tutta la documentazione prodotta e le conseguenti denunce alla Procura della Repubblica di Napoli. Non ci fermeranno». Piano regionale alla mano, la chiusura del reparto di Urologia dovrebbe diventare definitiva il prossimo giugno.