Tempo di lettura: 18 minuti

Geolier tona a parlare sui social della violenza di Napoli e poche ore dopo l’ennesimo omicidio, così come fece già per la morte di Santo Romano a San Sebastiano al Vesuvio, esprime il suo rammarico.    

“Terra mia il tuo “popolo” ti sta umiliando a colpi di pistola – ha scritto in un post su Instagram postando una foto del Vesuvio – Ancora un’altra vittima… ancora un’altra volta “BASTA”.

All’assemblea pubblica anti violenza in corso a Napoli si è unito anche il sindaco della città partenopea Gaetano Manfredi.
C’è il tema oggi di questi scontri tra bande di giovani – le prime parole al suo arrivo in piazza del Gesù sull’ennesimo episodio di sangue accaduto nella notte in città – che avvengono anche nell’ambito di un ambiente camorristico. Sono giovanissimi coinvolti in attività illegali, ed è molto importante approfondire bene queste dinamiche. Le forze dell’ordine sono già molto attive su questo argomento e questo ci deve spingere ulteriormente a lavorare ovviamente da un lato sul controllo dall’altro sul lavoro, sull’inclusione sociale e sull’educazione visto che questi fenomeni coinvolgono giovanissimi”.

Ciò che viene messo in campo dalle istituzioni in chiave di controllo della violenza “non è mai sufficiente – riconosce il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, a margine della manifestazione contro la violenza che si è tenuta stamattina in città, promossa da Libera – perché se questi problemi ci sono ancora significa che il lavoro che noi stiamo facendo è un’attività non ancora sufficiente”.
Per il sindaco non basta la videosorveglianza: “La videosorveglianza – ha sottolineato – rappresenta uno degli ingredienti perchè quando c’è un crimine ti aiuta a scoprire i colpevoli e a chiarire lo scenario investigativo. Ma i problemi non si risolvono solo con la videosorveglianza, è molto più importante che ci sia un controllo sul territorio. Penso ad esempio la notte per strada ci debbano essere più uomini a controllare i territori, ma poi va fatta un’attività di sostegno forte in ambienti dove crescono questi giovanissimi che seguono dei modelli criminali che rappresentano un pericolo per loro stessi e per gli altri”.
“Il contesto – ha concluso Manfredi – è diverso rispetto al periodo delle grandi organizzazioni camorristiche, è un problema molto frammentato in un contesto molto violento. C’è quindi la necessità di un’azione incisiva e molto continua senza che abbia dei picchi ma che sia sempre presente. Quello che più mi colpisce e che va sottolineato – la conclusione di Manfredi – è che tutti questi eventi sono collegati da tutte persone tra loro imparentate o che si frequentano”.

“Quella del sindacato oggi è una voce necessaria, siamo un’organizzazione che vuole esserci, che ogni giorno attraverso anche la difesa dei diritti sui luoghi di lavoro, contrasta la violenza, la delinquenza, la camorra, la criminalità nelle espressioni più subdole”. Così il segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, intervenendo al presidio in piazza del Gesù “Liberiamo Napoli dalle violenze”.    

Liberare Napoli dalle violenze – secondo Ricci – è possibile. Dobbiamo batterci con l’impegno di noi tutti, non possiamo tirarci indietro, non possiamo essere inermi contro quelli che sono dei veri e propri agguati alla nostra città, alla nostra quotidianità, che puntano a minare la nostra serenità, a rinchiuderci in casa e tenere occhi, orecchie e voce serrati di fronte alla violenza e all’orrore che colpisce i nostri giovani, i nostri minori, i figli innocenti che perdono la vita”. “Dobbiamo farci breccia – ha aggiunto Ricci – essere rumore, dobbiamo farci barricata e muro contro il muro della violenza. Questo movimento deve saper contrapporre, con forza, un argine alla violenza, al disarmo totale, aiutare chi respinge le intimidazioni. Abbiamo bisogno di più Stato, con leggi e interventi seri, non decreti inutili, non con le manipolazioni del Governo della propaganda. Non la risolviamo riempiendo le carceri di giovani. Certo vanno puniti e condannati, ma va fatta prevenzione culturale, d’istruzione, scolastica. I giovani hanno bisogno di lavoro, di sana occupazione. Hanno bisogno di sapere di avere la possibilità di un altro destino e che, fuori dalla loro quotidianità, c’è una collettività che è pronta ad accoglierli e a indicargli una nuova strada”.La Cgil – ha concluso Ricci – vuole battersi per territori sani, dove è favorito il dialogo e l’incontro tra le persone. Altro che decreto Caivano, abbiamo bisogno dell’impegno collettivo, del contrasto alla povertà educativa, di lavoro dignitoso, di spazi aperti, di aree attrezzate. Abbiamo bisogno di consegnare ai nostri ragazzi spazi di bellezza, dove sia possibile immaginare e costruire un futuro”.

“Ancora un grave episodio di criminalità che vede coinvolto un giovanissimo a Napoli. Abbiamo appreso da poco del decesso del ragazzo coinvolto in una sparatoria in città. La questione dei minori dovrebbe essere centrale nelle politiche del Governo, non basta un provvedimento spot come il decreto Caivano ma serve un’azione strutturale di educazione e prevenzione. Scuole aperte come luoghi di educazione, di cultura e di incontro anche fuori dall’orario della didattica. Si deve ragionare in maniera complessa: servono educatori, assistenti sociali e psicologi, insegnanti. Solo così si può costruire un’azione forte di inclusione e reinserimento sociale. Non si possono lasciare soli questi ragazzi, lo Stato non può voltarsi davanti all’aumento della criminalità giovanile”. Lo afferma la senatrice Enza Rando, responsabile Legalità del Partito Democratico e coordinatrice del comitato minori in commissione Antimafia.

Quanto sta accadendo nella città di Napoli é a dir poco sconcertante e rappresenta in tutta la sua drammaticità il fallimento della sinistra a Napoli”.
E’ quanto hanno sottolineato in una nota il presidente del coordinamento cittadino di Fdi Marco Nonno, il vicario Luigi Rispoli e il consigliere comunale di Napoli Giorgio Longobardi.
“La violenza giovanile è l’indicatore che ci mette in guardia sulla crisi sociale che stiamo attraversando e la comparsa dei coltelli e delle armi da taglio, ma anche di pistole, usati da giovani adolescenti è causa di un preoccupante crescente numero di vittime nella nostra città – spiegano – il Patto educativo per la Città metropolitana di Napoli siglato nel 2022 da Manfredi con il Miur, la Regione Campania, il Prefetto di Napoli e l’Arcivescovo dell’Arcidiocesi della città, Monsignor Domenico Battaglia, un Patto, finanziato con 1,5 mld su scala nazionale, a Napoli e provincia 41,1 milioni di euro assegnati a 217 istituzioni scolastiche nell’area metropolitana di Napoli (di cui 78 nel Comune di Napoli per 14,8 milioni) che avrebbe dovuto avere una importante funzione introducendo azioni dirette all’accompagnamento personalizzato per studenti a rischio di abbandono scolastico e all’organizzazione di attività pomeridiane, per contrastare la povertà educativa specie per quei ragazzi, tra i 15 e i 17 anni é fallito per l’incapacità del sindaco e della sua giunta”.
Non ci debbono essere soltanto forme di rieducazione per i minorenni ma anche per gli adulti – aggiungono gli esponenti della destra napoletana – chi commette reati spesso è figlio di pregiudicati o di persone che hanno comunque avuto problemi con la giustizia. Evidenziamo l’incapacita’ dei governi di centrosinistra’ di garantire una prospettiva ai più giovani con l’assenza totale di una politica sociale delle amministrazioni locali di sinistra che in questi anni si sono distinte per la totale assenza.
Napoli e’ diventata una citta’ invivibile e ostile per i bambini e per gli adulti”.

Ancora un ragazzo ucciso da colpi di pistola a Napoli. Una mattanza quotidiana che va assolutamente fermata. Il governo ha usato Caivano come fumo negli occhi per la sua propaganda ma la situazione non è migliorata. Aumentare le pene o aggiungere reati non ferma i criminali. A Napoli ci sono troppe armi in giro. A Napoli si fa più uso di armi da fuoco tra i minorenni rispetto ad altre parti d’Italia. Un traffico clandestino che va assolutamente stroncato.  A pochi giorni dalle morti violente di Emanuele Tufano e Sante Romano oggi siamo in piazza all’assemblea pubblica promossa da Libera Campania in collaborazione con l’Arcidiocesi, e tante associazioni anti camorra, i sindacati e le cooperative sociali per dire basta, occorre prendere atto della gravità della situazione.  Serve un’azione strutturale di educazione e prevenzione, servono educatori, assistenti sociali e psicologi, insegnanti. E serve il lavoro. Solo così si può costruire un futuro diverso per tanti giovanissimi”. Lo afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro a margine dell’assemblea pubblica ‘Liberiamo Napoli dalle violenze’.

“Un’altra vita spezzata a Napoli. Un ragazzo ucciso nel cuore della notte nel centro della città. Aveva solo 18 anni. Continua la mattanza di giovani vite. Si uccide e si muore quando si è ancora minorenni. Nelle scuole entrano armi, si comprano coltelli per pochi soldi. Si acquistano le pistole per poche centinaia di euro.
Fermiamo il traffico illegale delle armi. Tutto avviene nonostante il grande lavoro di Prefettura e Forze dell’ordine. E’ emergenza e il Governo non può cavarsela con più carcere e basta, perché non è questa la risposta che consentirà di fermare una violenza spesso alimentata anche dalla criminalità organizzata e dalla diffusione di modelli sbagliati. Disarmiamo Napoli e facciamolo con una grande mobilitazione civile e culturale che coinvolga tutti i protagonisti della vita sociale: dalle istituzioni ai cittadini, dalle associazioni alle Forze dell’Ordine. Abbiamo bisogno di un piano straordinario di intervento: più assistenti sociali, più psicologi, più maestri, scuole aperte, iniziative sportive e culturali, misure per la formazione. Siamo davanti ad un’emergenza nazionale e come tale va trattata, per questo riteniamo che il Governo debba venire in Parlamento perché si apra un confronto politico: serve un’assunzione di responsabilità da parte di tutti i partiti di fronte ad un’emergenza che chiama in causa il senso stesso dello Stato”. Così in una nota i parlamentari del Pd Sandro Ruotolo, Marco Sarracino, Valeria Valente, Arturo Scotto, Toni Ricciardi, Stefano Graziano, Susanna Camusso, Antonio Misiani.

Il finto buonismo, l’immobilismo complice, il giustificazionismo spinto fino al paradosso, che negli ultimi decenni hanno caratterizzato le varie sinistre, Pd in testa, alla guida di Napoli e della Campania, sono i fattori che hanno contribuito alla deriva. I responsabili morali del disastro ammettano il loro totale fallimento invece di continuare con lo sdegno del giorno dopo, a partecipare alle assemblee pubbliche, a perdersi in sociologia da bar. La criminalità giovanile si combatte con misure adeguate al fenomeno, con i fatti, con gli interventi che sta mettendo in campo il Governo nazionale: potenziamento della videosorveglianza e del numero di forze dell’ordine sul territorio, inasprimento delle pene, nessuno sconto per i criminali”. Lo afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Campania, dopo l’uccisione del diciottenne Arcangelo Correra. 

“Stamattina, mentre a piazza del Gesù, a Napoli, si consumava un’altra manifestazione, la città è stata colpita da un altro dramma: la morte di un giovane napoletano, vittima della sparatoria avvenuta la notte scorsa. Una manifestazione che, invece di diventare una denuncia, si è trasformata in un elogio dei politici presenti, che non sono stati nemmeno contestati”: lo afferma la consigliera indipendente della Regione Campania, Marì Muscarà.Andassero a casa – ha aggiunto. Non ho sentito in piazza nessuno che chiedesse le dimissioni del sindaco. Un’altra occasione persa. Un sindaco serio starebbe qui, in prima linea, a dare risposte e non a fare passerelle”. “I ragazzi – ha detto ancora – si sparano tra loro, vogliamo semplificare dicendo che è colpa della camorra e girarci dall’altra parte? O vogliamo cominciare a vedere che i giovani di questa città non hanno spazi per sé, non hanno spazi per fare sport, non hanno spazi per riunirsi, non hanno luoghi nei quali sedersi su una panchina, conoscere e stringersi alla propria fidanzata, non hanno spazi per la cultura e per il tempo libero?”. Muscarà ha concluso chiedendo un cambio di rotta: “La responsabilità è forte ed è di chi non è capace di dare ai ragazzi di questa città gli spazi di cui hanno bisogno. Mi sarei aspettata un’azione forte di censura anche nei confronti dell’assessore allo sport, dell’assessore al welfare e del sindaco. Quali sono gli spazi per i giovani che loro, in questi tre anni di nulla, hanno destinato ai nostri ragazzi? Voglio le dimissioni del sindaco, ora”.

L’agguato della scorsa notte ai Tribunali e la morte di un altro giovanissimo ragazzo, di appena 18 anni, impone un momento di forte riflessione da parte di tutti. Non è più il tempo delle parole, delle riunioni e dei buoni propositi. L’emergenza criminalità di questi giorni, va affrontata con azioni concrete sul territorio”. Lo afferma, in una nota, Luigi Musto presidente della commissione Politiche giovanili del Comune di Napoli. “C’è bisogno – aggiunge – anche dell’intervento del governo centrale, con la messa in atto di azioni di prevenzione ma anche di contrasto e repressione di questa inaudita violenza”.

L’ennesimo giovane ucciso, stamani, a Napoli, da un colpo di pistola. Il Governo intervenga per compensare l’ incapacità conclamata di Regione, Comune e Città metropolitana che, in questi ultimi 15 anni, non hanno fatto alcunche per bloccare la criminalità ed evitare che molti giovani si avviino verso la criminalità”. E’ quanto afferma il Presidente di “Sud Protagonista”, Salvatore Ronghi.
“La città di Napoli sta vivendo, da qualche anno, momenti meravigliosi per l’afflusso di turisti da tutto il mondo e ed oggi è diventata un’icona internazionale di bellezza ed attrattività”, aggiunge Ronghi, per il quale “è veramente un peccato che, per pochi giovani delinquenti, tutto questo possa essere vanificato. Bisogna correre ai ripari, occorre che lo Stato intervenga non solo in termini repressivi ma in termini preventivi innanzitutto rafforzando il controllo del territorio e garantendo prospettive occupazionali. In tale ottica, rilanciamo il nostro Piano straordinario per il lavoro in Campania e nell’intero Mezzogiorno”.
“Voglio ricordare – prosegue Ronghi – che Napoli è la città capitale della disoccupazione di lunga durata e per la bassa scolarità e, su questo, occorre intervenire con urgenza rafforzando le politiche per l’istruzione e per il lavoro nel nostro territorio”.

Un nuovo omicidio di un 18enne che ai Tribunali ha perso la vita centrato da una pallottola alla testa, a pochi giorni di distanza dalla tragica morte del 19enne Santo Romano a San Sebastiano al Vesuvio ucciso a colpi di pistola da un 17enne, e del 15enne Emanuele Tufano ucciso nel corso di una sparatoria tra gang di giovanissimi a piazza Mercato dove ieri sera, peraltro, c’è stata una nuova stesa con cinque bossoli ritrovati a terra. Di fronte a questa deriva di morte e violenza, nemmeno una parola o un atto concreto da parte del governo e del ministro dell’Interno Piantedosi che continuano a far finta di nulla”. Lo afferma il deputato di Avs, Francesco Emilio Borrelli. “Mentre a Napoli si muore in strada, si continuano a chiudere caserme e a mantenere un numero troppo esiguo di agenti in strada di fronte alla gravissima emergenza che la città sta vivendo che necessita di una operazione immediata ‘alto impatto’ contro la camorra e la criminalità diffusa”, aggiunge Borrelli.

“Sono addolorato per la morte assurda di un giovane di appena 18 anni, ucciso da un colpo di pistola nel cuore della nostra città di Napoli. Questo ennesimo tragico episodio, che arriva pochi giorni dopo l’assassinio di un altro ragazzo di 19 anni, è un richiamo urgente per tutti noi, un monito che non può e non deve essere ignorato”. Lo afferma il senatore di Forza Italia Francesco Silvestro, nuovo commissario del partito in provincia di Napoli, secondo cui la città “sta affrontando una questione giovanile gravissima, e non è più il tempo di rinvii. Ritengo fondamentale un intervento immediato del Governo: la situazione attuale necessita di misure straordinarie e mirate. E’ tempo di istituire un Commissario straordinario che possa dedicarsi con piena competenza e determinazione alla questione giovanile, che oggi rappresenta un’emergenza di portata nazionale”. “Non si può limitare – aggiunge – la risposta alla sola sicurezza: è necessaria una strategia articolata, che comprenda l’impegno per prevenire la criminalità attraverso percorsi educativi strutturati, capaci di rafforzare la consapevolezza dei giovani e offrire loro una vera alternativa”. “C’è bisogno di figure competenti e preparate, pronte ad affrontare questa sfida con un approccio completo e incisivo. Ogni perdita di una giovane vita è una ferita aperta per la nostra città. La vita dei nostri ragazzi è un bene prezioso e irrinunciabile, e non possiamo permettere che venga minacciata dall’ombra della violenza. Ribadisco la mia vicinanza alle famiglie colpite da questa tragedia”, conclude Silvestro.

Un altro ragazzo morto, colpito da un’arma da fuoco. Bisogna intervenire con azioni concrete e tangibili. Per noi genitori è ormai diventato un dramma l’attesa del rientro a casa dei nostri figli. Non si può andare avanti così”. Così, in una nota, Nino Simeone, consigliere comunale di Napoli del Psdi.
Spero che venga convocato, urgentemente, il tavolo di sicurezza pubblica, perché c’è la sensazione reale che negli ultimi tempi ci siano troppe armi da fuoco in circolazione”, sottolinea. 

Ancora una volta Napoli si trova a dover fare i conti con una tragedia che colpisce un giovanissimo. Un ragazzo di appena diciotto anni, Arcangelo Correra, è stato ferito mortalmente nella centralissima via Tribunali, luogo simbolico e frequentato quotidianamente da residenti e turisti. Come Presidente del Consiglio Comunale di Napoli esprimo profondo dolore, per la famiglia, gli amici, per la nostra comunità. L’omicidio di Arcangelo si somma ad altri atti violenti che hanno visto giovani vite spezzate per mano di altri giovani”. Così, in una nota, Enza Amato, presidente del Consiglio Comunale.  “Stamattina ci siamo incontrati in Piazza del Gesù. Eravamo tanti cittadini insieme alle tante associazioni che hanno voluto organizzare la mobilitazione per contrastare questa mattanza, che allarga e alimenta una falla pericolosa in cui la camorra espande le proprie logiche, ammalando la nostra città, la nostra area metropolitana con la morte dei nostri giovani – sottolinea – La piazza ha chiesto un intervento urgente, profondo, incisivo, stamattina”. “Dobbiamo fare di più, dobbiamo ricucire quella falla rafforzando e rinsaldando quella alleanza strategica che investe nelle politiche educative, sociali, della prevenzione culturale e lo fa in una collaborazione stretta, quotidiana tra istituzioni, operatori del terzo settore, la scuola, la chiesa, l’associazionismo. Un deciso investimento sulle fragilità minorili, sui giovani e sulle famiglie più delicate della nostra realtà”, conclude.

“Questa mattina ho partecipato all’assemblea pubblica contro la deriva di violenza che attraversa la nostra Napoli, una città che ora più che mai ha bisogno di tutte le sue migliori energie”. Così in una nota Gennaro Acampora, capogruppo del Partito Democratico nel Consiglio comunale di Napoli. “Perché servono sicuramente più telecamere e controlli notturni delle forze dell’ ordine – prosegue – ma servono soprattutto politiche educative per adolescenti e bambini più concrete e innovative, serve la collaborazione degli enti del terzo settore e delle realtà sportive, per offrire una vera alternativa alla strada. Nel frattempo basta con la deriva securitaria e del solo carcere che questo governo insegue con ottusità da due anni. Si avvii piuttosto un grande piano di indagine e di contrasto al commercio illegale delle armi. Come possono finire così facilmente nelle mani di minori o di fasce giovanili, così come purtroppo è successo al corso Umberto, a San Sebastiano e anche questa notte al centro storico? E’ questa la domanda da porsi – conclude Acampora – questa la domanda cui tutte le istituzioni devono dare una risposta”.

La morte di un ragazzo è sempre una tragedia. Prima dello sdegno per quello che è accaduto, c’è il profondo dolore e la vicinanza che in un momento difficile come questo vogliamo esprimere alla famiglia e ai suoi cari. Dopodiché, è giusto fare un’attenta riflessione su quello che Napoli e la Campania stanno pagando in termini di vite umane spezzate. Sappiamo che c’è un’emergenza, soprattutto in certe aree della nostra regione e capiamo l’urgenza di intervenire in tempi brevi per scongiurare il rischio che casi simili si ripetano ancora”. Lo dichiara il deputato campano della Lega e coordinatore regionale del partito Gianpiero Zinzi. “Lo Stato c’è e il governo lo ha dimostrato con i fatti, inasprendo le pene, incrementando la videosorveglianza e la presenza delle Forze dell’Ordine e prevedendo misure specifiche che incidano in maniera netta contro il fenomeno delle baby gang. Basta? No, c’è ancora molto da fare e bisogna insistere in questa direzione e non solo. Infatti, c’è ad esempio una emergenza rappresentata anche dai modelli comportamentali che vengono proposti ai giovani, spesso incentrati sulla violenza, la sopraffazione e il rifiuto di ogni regola. Solo una sinergia attiva tra le istituzioni – aggiunge – e la società civile può produrre soluzioni che insieme alle misure repressive siano in grado di contrastare disagio giovanile e microcriminalità. Ci auguriamo che tutte le forze politiche condividano questo pensiero ed evitino di usare tragedie come questa in maniera strumentale e propagandistica”.

Foto Gaetano De Angelis