Tempo di lettura: 3 minuti
La manifestazione nazionale del Pd a Napoli contro l’autonomia assume un aspetto politicamente molto particolare: più che di autonomia differenziata, ovvero del disegno di legge del ministro Roberto Calderoli, il tema che attira la curiosità degli osservatori e degli addetti ai lavori è quello dell’autonomia dello stesso Pd da Vincenzo De Luca. La due giorni che ha preso il via oggi alla Fondazione Foqus ai Quartieri Spagnoli, infatti, vede molte presenze autorevoli (domani è previsto l’intervento della segretaria nazionale Dem, Elly Schlein), ma soprattutto un’assenza che fa rumore: quella dello stesso De Luca, ormai in rotta di collisione con gli attuali vertici del suo partito. De Luca nelle ultime settimane non ha risparmiato critiche feroci alla Schlein e ai suoi fedelissimi, che hanno così abbandonato l’idea iniziale di una grande manifestazione di piazza e, visto che sarebbe mancato il sostegno di De Luca, hanno preferito chiudersi all’interno della Fondazione per quello che, dalle immagini che circolano, è diventato più che altro un convegno. L’assenza di De Luca è stata al centro delle domande dei giornalisti:
 
Tra oggi e domani”, ha detto il commissario del Pd in Campania, Antonio Misiani, “si alterneranno nei dibattiti rappresentanti delle forze economiche e sociali, costituzionalisti, presidenti di Regione, sindaci ed esponenti politici. Dispiace che il presidente De Luca abbia scelto di non partecipare e confidiamo di averlo con noi in ulteriori iniziative, perché conosciamo le sue posizioni nelle battaglie che la Regione ha già ingaggiato su questo tema”. Parole che non riescono certo a nascondere la spaccatura ormai insanabile tra De Luca e i vertici Dem: non a caso, proprio il tema del commissariamento del partito in Campania è stato al centro di commenti infuocati da parte del Presidente della Regione. “Qualcuno”, ha detto a questo proposito De Luca, pochi giorni fa, “dovrà spiegare come e perché si sia verificato il sequestro del Pd in Campania. In Campania alle primarie il 70% ha detto di no al look della Schlein, e siccome ha detto di no, viene sequestrato il partito con argomenti penosi”. A precisa domanda sul commissariamento e sul congresso regionale, Misiani oggi ha risposto così: “Lo faremo il prima possibile, nel momento in cui ci saranno le condizioni politiche e organizzative per farlo. Mi auguro che il più rapidamente possibile nel Pd campano prevalga la logica del dialogo, del confronto e dell’ascolto reciproco, che per me è una condizione decisiva per condurre rapidamente il partito democratico campano a superare la fase del commissariamento”, ha aggiunto Misiani, “e a ritornare al normale funzionamento degli organismi dirigenti”.
 
Parole vaghe, che lasciano intendere che tra la Schlein e i suoi fedelissimi da un lato e De Luca dall’altro la tensione resta altissima. Sullo sfondo, la annosa questione del terzo mandato: De Luca ha intenzione, se la apposita legge verrà approvata a livello nazionale o regionale, di ricandidarsi ancora una volta nel 2025, mentre il Pd vuole stringere un’alleanza con il M5s (non a caso alla manifestazione ha partecipato Roberto Fico) e proporre un altro candidato. Anche se i Dem gli ostruissero la strada verso la candidatura, De Luca scenderebbe comunque in campo con una propria coalizione alla quale si sta già lavorando: sarebbe uno schieramento di partiti e civiche, una compagine formata da circa 18 liste.