Da giorni a Napoli è amaramente viva una diatriba negli ambienti del tifo azzurro ed in generale in città, in provincia e nella regione, tutte pienamente coinvolte nella corsa verso lo Scudetto da parte della squadra azzurra, ma per l’appunto coinvolte anche dalle incomprensioni sull’asse tifosi (o almeno una buona parte di essi) con il patron De Laurentiis.
Nella vivace discussione che sta vedendo coinvolti il tifoso comune, così come le personalità politiche e sociali, sino alle rappresentanze istituzionali e di pubblica sicurezza, quest’oggi c’è stato anche un intervento di assoluto pregio e degno di attenzione da parte del giornalista Marco Azzi sulle pagine del quotidiano La Repubblica, nella sua edizione partenopea.
“Altro che tentativi di mediazione. Il muro contro muro continua e si fa sempre più concreto il pericolo di rovinare una delle stagioni più belle della storia del Napoli, affogandola nei veleni” – ha esordito senza fronzoli Azzi – “ad accendere di nuovo i riflettori sulla bruttissima vicenda, che rischia di diventare una pesante zavorra nella corsa del gruppo di Spalletti verso lo scudetto e ha già offuscato parzialmente la festa del sostenitori azzurri, ha provveduto con uno del suoi proverbiali interventi a gamba tesa Aurelio De Laurentiis”, facendo riferimento ad alcune dichiarazioni del patron azzurro rilasciate ieri a margine di una manifestazione a cui ha partecipato.
“Questa situazione dura da 50 anni. Finché non si prende la legge della Thatcher e la si mutua in Italia, purtroppo, avremo sempre di questi problemi. Si permette al delinquenti di andare allo stadio e mortificare i veri appassionati e le famiglie, con degli episodi che sono davanti agli occhi di tutti…”. E’ questo uno dei passaggi di De Laurentiis che Azzi ha, a suo modo censurato o meglio, evidenziandone gli errori di fondo..
“La sua (di De Laurentiis) ennesima richiesta di linea dura non è stata però convincente per almeno tre motivi. – e qui Azzi è andato al nocciolo degli errori di De Laurentiis –Numero uno: scarso tempismo, in un momento in cui non c’è bisogno di gettare benzina sul fuoco. Numero due: Inutile sovrapposizione con l’operato delle istituzioni locali. Numero tre: scarsa conoscenza del fatti. Il modello Thatcher – bastato quasi esclusivamente sulla repressione – fu un totale fallimento e venne accantonato dagli inglesi dopo la tragedia di Hillsborough, in cui persero la vita 97 persone. Era il 15 aprile 1989: l’inefficacia delle nuove leggi e il comportamento della polizia furono considerate dopo un’inchiesta concause del terribili incidenti”.
“Per questo è vitale il rispetto del ruoli istituzionali e delle relative competenze, quando c’è di mezzo l’ordine pubblico”. Con queste parole il giornalista di Repubblica si auspica e fors’anche invita il patron azzurro ad occuparsi di calcio, lasciando alle autorità competenti la materia legislativa e la regolamentazione dell’ordine pubblico).
“Di sconti non se ne parla, insomma. – prosegue l’articolo del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari – Ma per i tifosi del Napoli c’è una bella notizia: il via libera dell’Osservatorio del Viminale per la trasferta di Champions del 12 aprile a San Siro, a cui potranno prendere parte anche i residenti in Campania (purché in possesso della Fidelity Card). Almeno lontano dal Maradona, quindi, gli azzurri avranno vicino i loro sostenitori.
A Fuorigrotta, invece, rischia di continuare il muro contro muro”.
“Mi auguro che non ci siano più disordini”, si è limitato ad auspicare De Laurentiis.