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Aurelio De Laurentiis va a ruota libera sul calcio italiano. Lo fa attraverso le frequenze di Radio 24. Il patron azzurro si augura un rinnovamento di tutto il movimento calcistico nostrano: “Noi siamo tutti responsabili dell’allontanamento delle giovani generazioni dal gioco del calcio che non si è mai rinnovato, è estremamente vecchio, ma io ho sempre sostenuto il VAR per primo e infatti in Italia sta funzionando”. 
 
Il patron azzurro ha parlato molto degli spazi economici delle squadre di calcio e delle competizioni europee: “In Italia – ha detto – non si fa tesoro delle esperienze del mondo. Se l’Nba e il Football Americano fanno 10 miliardi di incasso all’anno una ragione ci sarà, in Europa invece non ci riusciamo perché siamo ancora alla Champions, all’Europa League e alla Conference League. Ma chi vuole farla la Conference League? E vale anche per l’Europa League. Giochiamo troppo, roviniamo troppo i nostri calciatori e li esponiamo a rischi di rotture che porterebbero a una minusvalenza. Va benissimo il merito e lo spirito della sportività perché accomuna i giovani, siamo tutti per lo sport e implementare palestre, campetti di calcio e avere spirito sportivo. Però poi dopo bisogna combinare i fattori della produzione con le esigenze del mercato, su cui è necessario investire sempre più. Ma se non ci sono i proventi vuol dire che questo calcio è morto e chi lo gestisce dall’alto non ha interesse, perché vuole solo mantenere la sua posizione”.
 
De Laurentiis ha anche lanciato accuse sul nuovo bando dei diritti tv: “Questo bando – ha detto – è la più grossa stronzata del mondo. Nessuno ha mai avuto il coraggio di dire che la Melandri con una pessima legge ha limitato il mercato del calcio. Non deve esserci nessuna legge che mi limita, è anticostituzionale. La Melandri ha distrutto prima il cinema, con una legge che finalmente Franceschini ci ha rimodulato, e poi il calcio. Perché i politici devono fare cose di cui non hanno coscienza né esperienza?”.
 
In merito alla Superlega, il presidente del Napoli continua ad evidenziare la propria contrarietà: “Ad Agnelli dissi ‘giammai’ perché lui voleva farla per un gruppo di club d’elite. Io dico che oggi è sbagliato concedere alla Uefa di incassare 800 milioni con Champions, Europa League e Conference League. Facciamo un campionato europeo in cui non si fa l’estrazione con le palline. Le prime sei di un campionato importante o le prime di un campionato minore devono giocare contro tutte in gara secca”.
 
“Quelli della Superlega – rimbomba ADL – non sanno che il tifoso virtuale, ossia chi deve pagare l’abbonamento per guardare la partita, vuole un calcio nuovo. Dobbiamo prendere atto che nell’86 eravamo 16 squadre in Serie A e oggi siamo 20. C’è qualcuno dei miei colleghi che impropriamente pensa che se diminuissimo il numero di squadre calerebbero i soldi che prenderemmo. In Inghilterra, che la fa da padrona, alcune partite non vengono neanche trasmesse. Due anni e mezzo fa dissi che dobbiamo essere direttamente coinvolti con i nostri tifosi virtuali. Allo stadio vendiamo noi i biglietti? Sì, mi risposero tutti. E allora perché non dobbiamo vendere anche i biglietti virtuali utilizzando le piattaforme a cui riconoscere una piccola percentuale?”.
 
Il calcio – ha sottolineato ancora De Laurentiis – è seguito da 28 milioni di tifosi in Italia, immaginate quindi nel mondo. Mi fa molto ridere quando mi danno del visionario ma poi vedo che tutti gli altri continuano a vivere meschinamente una condizione schiava del passato, fatta di Federcalcio, Leghe, Uefa e compagnia bella. Mi ha colpito un’intervista di una giovanissima signora che ha una squadra minore, l’Entella, che ha espresso un concetto molto chiaro: è possibile che tutto quello che è imprenditorialità sia nelle mani di menti che non hanno cultura dell’impresa, ma sono ex calciatori, ex procuratori? Fare l’imprenditore è un’altra cosa. Siamo sempre schiavi del vecchio perché è facile da cavalcare, se fai il prenditore e non l’imprenditore si cerca sempre il vecchio, si parla del passato e non del futuro”.