Contro il ddl sicurezza (ddl 1660) è nata la rete nazionale A Pieno Regime, e gli attivisti sono scesi in piazza a Napoli. “Ormai è chiaro – hanno dichiarato -: l’idea di sicurezza del governo Meloni è pericolosa”. Uno striscione è comparso questo pomeriggio in piazza Municipio, simbolicamente recintata dai manifestanti, usando nastro segnaletico rosso e bianco.
A lungo hanno sostato sotto il Comune di Napoli. Nel mirino la legge approvata a settembre dalla Camera, adesso al vaglio del Senato. L’accusano di reprimere il dissenso. “Un’idea di sicurezza pericolosa – hanno spiegato gli attivisti – in quanto cede alla discrezionalità delle forze dell’ordine il compito di “allontanare” chi si ritiene “indesiderato””. Citano quale presunto esempio il caso di Ramy e Fares, i due giovani inseguiti a Milano dai carabinieri. Inseguimento sfociato nella caduta mortale del primo.
Gli attivisti ne hanno pure per gli enti locali, “ridotti a ventriloqui di Matteo Piantedosi”. Il dito è puntato contro i Comuni, “entusiasti di mettere le città che amministrano nelle mani di un concetto di sicurezza che niente ha a che fare con il benessere dei cittadini“. Si contestano anche “le zone rosse, il modello Caivano e l’idea securitaria di società”. Pure da Napoli partiranno nel fine setttimana per Roma. Meta sarà l’assemblea nazionale di A pieno regime. E stamattina è andata in scena un’altra protesta contro il ddl 1660, promossa da Rete Liberi/E di Lottare di Napoli. In piazza San Domenico Maggiore un gruppo di disoccupat e lavoratori, hanno partecipato alla manifestazione promossa da Rete Liberi/E di Lottare di Napoli.