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NAPOLI – Quando varca il portone di una facoltà universitaria, Manfredi è sempre di buon umore: da ex rettore della Federico II, gioca in casa, del resto. E oggi, in occasione della presentazione del libro “Napoli 1990-2050”, gliene ha dato atto anche Michelangelo Russo, il direttore del dipartimento di architettura, accogliendolo nell’aula magna (“che fece costruire lui”) della storica sede di Palazzo Gravina.
 
Sennonchè: questa mattina, i giornali hanno riportato l’avvertimento di Mario Draghi secondo cui “bisogna prepararsi a una economia di guerra”.
 
Con la firma del Patto per Napoli che si rinvia da un mese, da zero a dieci, quanto è preoccupato il sindaco per la variabile che nessuno aveva previsto: l’invasione russa in Ucraina?
 
“Zero – ha risposto Manfredi – Il Patto è completamente definito e chiuso. E per la firma ho sentito Palazzo Chigi per aggiornarci nei prossimi giorni”.
 
Il primo cittadino, invece, ha confidato che è preoccupato livello 10 per un effetto collaterale del conflitto: “L’aumento dei prezzi colpisce soprattutto i più deboli – ha dichiarato ad Anteprima24 – E in una città come Napoli dove c’è una grande povertà, dobbiamo essere capaci di una grande cura”.
 
Ora, questa cosa potrebbe essere letta in maniera banale. Ma, in realtà, ci si potrebbe leggere anche una critica (in “manfrediano”) a De Luca che ha voluto tutto in mano alla Regione il coordinamento degli aiuti ai profughi ucraini.
 
Seconda domanda, allora: Sindaco, da zero a dieci, quanto la preoccupa la diatriba tra la segreteria di Letta e De Luca? Intendendo tra i due Pd, quello filo-segreteria nazionale sollecitato dalla lettera degli intellettuali dei giorni scorsi e quello che ruota attorno al Governatore, che stanno prendendo posizione, tra l’altro, in vista delle prossime elezioni parlamentari.
 
“Non entro nelle questioni politiche”, è stata la prima parte della risposta del sindaco. Però, molto interessante il proseguo: “Io mi occupo di amministrare e fare in modo che Napoli torni ad essere al centro dell’attenzione nazionale e internazionale”.
 
E quindi: anche qui, si tenga conto di un particolare: che De Luca è accusato di “localismo”.
 
Questo, senza dimenticare che le ultime, poi, vogliono il Governatore in un angolo: per il commissariamento della segreteria regionale guidata dal suo fedelissimo Leo Annunziata, infatti, sarebbe solo una questione di giorni. Il via libera dovrebbe essere dato dalla chiusura del congresso di Avellino, che dovrebbe avvenire entro il 18 marzo.   
 
E, mentre anche l’asse con il Governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini non sarebbe più così solido, la pattuglia dei firmatari della lettera che bolla De Luca come “odiatore seriale che da anni offende tutti”, ai vari Isaia Sales, Aurelio Musi, Giulio Sapelli, Nadia Urbinati, Marco Plutino, Luciano Brancaccio, Pietro Spirito, starebbe allargandosi ad altri due profili importanti che potrebbero corrispondere a quelli di Ernesto Galli Della Loggia e Aldo Schiavone. Guarda caso, i due autori di un altro libro: “Una profezia per l’Italia, ritorno al Sud”. Evidentemente, con la Campania non intesa come Delucandia.