Non è la bellezza a salvare il mondo, ma il mondo a deturpare la bellezza. Al Vomero si capovolge l’aforisma di Dostoevskij, travolgendo il Tetris Urbano, opera dell’artista civico Ruben D’Agostino. Una forma di “restauro creativo”, per un marciapiede dissestato in via Massimo Stanzione. Ispirato al famoso videogame, ne riproduceva le sembianze colorate. Ma l’abbandono prima, i vandali poi, l’hanno rovinato. A denunciarlo, con acre ironia, lo stesso D’Agostino. “Se mai vi foste chiesti cos’è il genio, eccone un esempio – dice -. Il genio è colui il quale con una bomboletta di circa 3 euro, imbratta deliberatamente, con un frase romantica del tipo ‘senza e te nun m’annammuro’, quel che resta del mio Tetris Urbano”.
Poi c’è da dire altro. Dove non arriva il vandalo, infatti, c’è la burocrazia. Colpa del degrado, precedente al raid con lo spray. Per restaurare l’opera, D’Agostino aveva trovato un finanziatore. Subito dopo aveva chiesto il nullaosta al Comune.
Ma l’iter non si è ancora concluso. “Sono ben 16 mesi che attendiamo una risposta dalla V Municipalità – spiega l’artista -, all’istanza inviata per mio conto dall”avvocato Fabio Procaccini per il restauro del Tetris Urbano, finanziato interamente da privati“. Morale? “Il finanziatore sembra aver dirottato i suoi interessi altrove. Non abbiamo scongiurato il degrado dell’opera. E dulcis in fundo, visti i non risultati, a cosa servano le Municipalità?“. E adesso “degrado chiama degrado” tuona D’Agostino. Perché “qualsiasi luogo abbandonato, non manutentato e attenzionato diventa inevitabile attrazione di scelleratezza“. Ci sembra un film già visto.