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Parlano di vibrazioni continue, a partire dalle 7.30 del mattino. Perfino di oggetti in casa che si spostavano. Sono gli sfollati della Vele Celeste, in disciplinata fila sotto l’edificio. Aspettano il loro turno per rientrare nelle abitazioni. Ma solo il tempo di prendere gli effetti personali: poi devono andare via. C’è rabbia, stanchezza, sfiducia nei loro occhi e nella voce. “Lo Stato dove sta?”. Riaffiora una rabbia antica. È la collera dell’abbandono, un incendio mai spento. “La Meloni perché non è venuta qua?”. Tutti però ricordano le vibrazioni nella Vela Celeste. “Da un paio di mesi, da quando sono cominciati i lavori” sostiene un abitante. Sono le opere di riqualificazione, nell’ambito del progetto Scampia Restart. Una signora descrive il tremolio dei ballatoi. Strutture in ferro, come quella crollata ieri sera. Arrugginiti e in cattivo stato. “Vibravano” afferma sicura. Queste parole potrebbero essere vagliate dalla Procura di Napoli. Da valutare, nell’ambito dei tanti accertamenti tecnici. Gli inquirenti hanno aperto un fascicolo contro ignoti. Due ipotesi di reato: omicidio colposo e disastro colposo. I primi sopralluoghi sono stati coordinati dal pm Antonella Fratello, della settima sezione Sicurezza urbana.

Intanto, l’ira percorre l’accampamento degli sfollati. “Da qui non ce ne andiamo, nelle scuole non entriamo” ripetono in coro. Lo stesso refrain dalle decine di persone ammassate all’Università. Hanno occupato la facoltà di medicina della Federico II. Un complesso moderno in viale della Resistenza, inaugurato 2 anni fa. Gli evacuati rifiutano la sistemazione offerta dai soccorsi. Si tratta di sei scuole, sei sedi di associazioni ed enti, e della Municipalità 8. Gli istituti scolastici Pascoli Lucrezio Caro Berlingieri, Rodari Moscati, Aganoor Marconi, Giovanni XXIII Aliotta, Alpi Levi, Pertini Don Guanella.

Ci sono posti letto e assistenza anche nelle associazioni Officina delle culture Gelsomina Verde, Centro Hurtado Scampia, Centro Polisportivo Raggio di Sole, Centro sportivo Maddaloni, Casa della Socialità. E nella Chiesa Santa Maria della Speranza. Almeno 500 residenti non possono tornare nelle case inagibili. E però dicono no ai ricoveri messi a disposizione. La giudicano un’elemosina di Stato. Lo stesso Stato bersaglio di tanti anatemi. Una donna tuttavia ringrazia “poliziotti, vigili urbani e volontari” sul posto. “Loro lavorano davvero” specifica.