Ischia (Na) – Le persone evacuate dalla ‘zona rossa’ di Casamicciola dovranno trascorrere almeno una terza notte fuori casa. Conclusa l’allerta meteo, si è deciso di far effettuare da domani mattina nuovi controlli sulla sicurezza di alcune centinaia di edifici, da parte di sei squadre miste composte da vigili del fuoco, geologi e protezione civile. Si comincerà con quelli meno danneggiati, e man mano che i sopralluoghi avranno esito positivo si autorizzerà il rientro dei cittadini. La durata complessiva del lavoro è prevista in tre giorni. La decisione è stata resa nota dal commissario prefettizio del Comune Simonetta Calcaterra.
I cittadini di Casamicciola potranno contattare dalle 9 alle 18 il numero verde 800.850.114 per chiedere interventi di rimozione del fango da abitazioni, cantine e negozi, oppure rivolgersi allo sportello operativo allestito in piazza Marina. Lo ha reso noto il direttore della protezione civile regionale, Italo Giulivo, sottolineando che il lavoro di rimozione dei detriti è già in corso sa giorni, ma si riceveranno le segnalazioni per evitare che alcune zone o singoli cittadini restino privi di assistenza.
Nella conferenza stampa iniziata alle 17.30, in collegamento tra prefettura di Napoli e centro operativo di Casamicciola, è stato annunciato che, nonostante fosse scaduto l’allarme meteo in vigore nelle ultime 48 ore, lo stato idrogeologico della ‘zona rossa’, peggiorato dai temporali della scorsa notte, imponeva un nuovo giro di controlli più approfonditi, edificio per edificio, prima di dare il nulla osta ai rientri. La comunicazione del commissario straordinario Giovanni Legnini e del commissario prefettizio del Comune di Casamicciola, Simonetta Calcaterra, è arrivata mentre alcuni cittadini ospitati negli hotel, conclusa alle 16 l’allerta meteo senza che vi fossero proroghe, erano già tornati nelle proprie abitazioni.
Una sorta di corto circuito che, ha tenuto a sottolineare Legnini, derivava da “errata lettura” dell’ordinanza di evacuazione emessa venerdì. Quel provvedimento infatti non prevedeva una scadenza collegata all’allarme per i temporali, ma sarebbe rimasto in vigore fino a nuovo ordine; perciò “chi ha scelto di tornare prima nelle case lo ha fatto sotto la sua responsabilità”. Da domani inizierà il nuovo round di controlli, che si conta di ultimare entro tre giorni, iniziando dagli edifici meno compromessi; via via si autorizzerà caso per caso il rientro dei residenti. Per la prossima notte è confermato lo stesso dispositivo in vigore nelle ultime 48 ore: evacuazione per una platea di 1.070 residenti, di cui 417 ospitati negli alberghi e il resto muniti di una sistemazione autonoma. E’ stato confermato che una decina di famiglie ‘irriducibili’ sono rimaste la scorsa notte nella zona rossa. A breve il commissario prefettizio al Comune di Casamicciola firmerà la nuova ordinanza che dispone l’allontanamento dalle case in attesa degli ulteriori controlli: un provvedimento, come il precedente, non coattivo ma che rappresenta “un invito forte e fondato su precise ragioni di sicurezza“, ammonisce Calcaterra.
Non si chiude oggi, come era nelle speranze di tutti, la fase di evacuazione della zona rossa di Casamicciola, e – come sottolineato dal commissario Legnini – l’eventualità di nuovi futuri sgomberi legati all’emergenza meteo non può essere al momento esclusa. Molti abitanti temono dunque di dover affrontare un inverno con le valigie pronte, dovendo imparare a convivere con le evacuazioni e le misure di sicurezza di volta in volta adottate con l’annunciarsi delle piogge di maggiore intensità.
“Dovremo abituarci a vivere con la valigia pronta dietro la porta” dice Amedeo, giornalista locale 57enne che ha passato la notte in albergo insieme ad altri quattro familiari: “Siamo consapevoli che questa è una situazione che non finisce certo oggi. Certo avremmo potuto non lasciare le nostre case ma è chiaro che fino alla completa messa in sicurezza delle zone a rischio credo che sarà questo il nostro destino”.
Diverso invece il parere di Diego che ieri sera, con la moglie ed i suoi due bambini, ha scelto di trasferirsi a casa della madre, nel comune di Forio. “Abito lontano dalla frana, un ingegnere della Protezione Civile è passato l’altro ieri da casa mia e mi ha detto che non era indispensabile evacuarla ma ho preferito andarmene per non mettere la mia famiglia a repentaglio. In questi giorni ci sacrificheremo ma bisogna mettere in sicurezza il nostro comune quanto prima, ci vogliono soluzioni immediate e penso che il commissario Legnini possa e debba trovarle quanto prima”.
Sul rischio di una emergenza a singhiozzo lunga mesi con la conseguenza di lasciare in stand by anche gli alberghi dell’isola per gli evacuati si esprime Luca D’Ambra, presidente di Federalberghi isolana, associazione che collabora con i soccorritori dal primo giorno dell’emergenza e si è fatta carico di reperire le camere d’albergo per gli sfollati e gli evacuati attraverso le strutture ricettive che hanno scelto di riaprire a seguito dell’emergenza: “Restiamo a disposizione della macchina dei soccorsi, se ci chiederanno di riaprire anche ad horas, compatibilmente con le difficoltà del caso, riaccoglieremo gli evacuati; certo è un problema grande chiudere e riaprire le strutture, ma posso dire che siamo in grado di mettere a disposizione 800 letti in poche ore. Il problema è soprattutto quello dei pasti perché la gestione delle cucine e l’approvvigionamento delle derrate alimentari è molto più complesso dal punto di vista logistico ed economico. Ma, per questo aspetto della vicenda, credo che se saremo affiancati come in questi giorni dalle organizzazioni di volontariato o dal commissariato all’emergenza potremo comunque gestire altre evacuazioni, magari anche disponendo di numeri e informazioni più accurate”.