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Una lettera “in nome della dignità”. L’hanno ricevuta i consiglieri regionali della Campania, ed è firmata dagli addetti al servizio di portierato e reception. Sono 34, e li informano di guadagnare 900 euro netti mensili. Cioè circa  7.50 euro lordi all’ora, coi quali “non si arriva nemmeno a metà del mese”. Si tratta di personale precario, benché in servizio ventennale al consiglio regionale. Descrivono uno scenario da “guerra tra poveri”, e chiedono ai consiglieri: “Possibile non ve ne siate accorti?”. Alla base della vertenza, secondo i lavoratori, quanto deciso l’anno scorso dall’amministrazione. “Non optando scientemente per una gara pubblica (che con un progetto tecnico avrebbe potuto migliorare la nostra condizione economica e lavorativa) – scrivono – ha preferito aderire alle convenzioni Consip incidendo sulle nostre vite”. Vale a dire: invece di una fornitura di personale, il consiglio regionale acquista ore di servizio.

Con questo tipo di affidamento – sostengono gli addetti – la nostra condizione lavorativa è peggiorata“. La società affidataria del servizio, Romeo Gestioni, infatti non riconoscerebbe “tutti i lavoratori allo stesso modo”. Quale sarebbe il nodo? Per l’azienda “alcuni di noi sono ‘addetti alla reception’ mentre altri sono ‘facchini interni'”. La differenza non risiederebbe nel nome. Viceversa, sarebbe “nel fatto che per il Consiglio Regionale (per Voi tutti e per i contribuenti) l’addetto alla reception ha un costo molto inferiore a quello di facchino“. La lettera evoca pure la Corte dei Conti, la quale – come sarebbe noto ai consiglieri – avrebbe “acceso i riflettori su questo “affidamento”. I lavoratori denunciano “una ignobile lotta”. Vedrebbe da un lato chi “viene premiato con la trasformazione del suo contratto da Part-Time a Full time“, dall’altro chi “invece (seppure con una famiglia a carico) è rimasto con un contratto a 6 ore”.

Intanto anche il presidente del consiglio regionale, Gennaro Oliviero, ha scritto una missiva. Destinatario l’amministratore delegato della Romeo Gestioni. Nella lettera, richiama il principio costituzionale della responsabilità sociale d’impresa, ponendo l’attenzione “sulle esigenze e sul benessere organizzativo dei lavoratori”. Una sottolineatura effettuata “ferma la piena autonomia” aziendale, “in termini di scelte circa le modalità di organizzazione e di erogazione” dei servizi. Oliviero rammenta l’acquisizione di un nuovo stabile, futura sede del consiglio regionale, nella zona orientale di Napoli. “Con la prospettiva – spiega -, in considerazione dell’accorpamento delle due sedi esistenti, di un più razionale impiego dei servizi con una possibile futura contrazione delle commesse oggetto dell’appalto”. Ragione per cui “l’attenzione” a benessere organizzativo e “crescita professionale e relazionale dei propri dipendenti“, non “può non attuarsi mediante ogni ragionevole utilizzo delle risorse umane attualmente impiegate sull’appalto anche in presenza di nuove occorrenze”.