Al Comune di Napoli sono oltre 20.000 le istanze di condono interessate da vincolo paesaggistico, sulle circa 86.000 complessive presentate, relative alle sanatorie del 1985, 1994 e 2003. Un moloch di carta difficile da smaltire. Anche per i rapporti problematici, insorti con la Soprintendenza. Al servizio comunale Antiabusivismo e Condono edilizio “l’attività dell’ufficio ha evidenziato ulteriori criticità” recita una delibera, di prossima adozione della giunta Manfredi. I nodi sarebbero emersi “soprattutto durante l’acquisizione dei nulla osta da parte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio”. Secondo la delibera, questo ha “determinato un forte rallentamento delle procedure”. Tra le ragioni addotte, “indisponibilità da parte della Soprintendenza ad esprimersi nell’ambito di un solo atto sia relativamente alla valutazione di natura paesaggistica che di natura archeologica”. E poi “indisponibilità e conseguente restituzione dei fascicoli in quanto le consistenze oggetto di valutazione paesaggistica erano interessate da ulteriori abusi, anche se valutati dall’ufficio enucleabili rispetto alla originaria consistenza richiesta a condono”.
In ultimo, pure la richiesta della Soprintendenza, nel 2022, “di sospendere l’invio delle pratiche già lavorate nelle more dell’aggiornamento, modifica ed integrazione congiunta del” Protocollo d’intesa, firmato nel 2011. Ma “dagli incontri tenutisi” non “si è pervenuti
all’aggiornamento del protocollo”, aggiunge laconica la delibera. L’accordo sarebbe finalizzato alla valutazione della Compatibilità Paesaggistica degli interventi edilizi, oggetto di istanze di condono. Insomma, tra Palazzo San Giacomo e Palazzo Reale la distanza è chilometrica. A dispetto dei 750 metri attestati dalla topografia. E le folate di gelo arrivano in commissione Urbanistica (presieduta da Massimo Pepe). Nella riunione, la vicesindaca-assessora all’Urbanistica, Laura Lieto, presenta la delibera. Però tra i consiglieri serpeggia malumore verso la Soprintendenza. “Già con la delibera comunale del 2018 la Soprintendenza poneva veti e vincoli enormi” dice Claudio Cecere (M5S). Gennaro Esposito (Manfredi Sindaco) si domanda perché “la Soprintendenza non firmi il protocollo d’intesa”, invocando semmai “una corsia privilegiata” per le pratiche inevase. Contro l’impasse, Carlo Migliaccio (Insieme Per Napoli Mediterranea) suggerisce di “discutere a livello romano”, ricordando “l’ottimo rapporto di Manfredi con Sangiuliano“. Rosario Andreozzi (Napoli Solidale) invece chiede il coinvolgimento dei gruppi parlamentari, per sensibilizzare il ministro sulla necessità di maggiore collaborazione. Approfondimenti sulla mancanza di una linea univoca di decisione sono sollecitati da Ciro Borriello (M5S) e Gennaro Acampora (Pd).
Dal canto suo, alla Soprintendenza Lieto lancia “anche a nome del sindaco” un altro appello alla cooperazione. Ma le relazioni complicate con Palazzo Reale non sono l’unica spina. La delibera evidenzia anche il “numero limitato di risorse umane interne”. Per questo rinnoverà il ricorso ai tecnici esterni, mediante l’istituzione di una short list. Un investimento calcolato anche sulla proiezione degli introiti. Ipotizzando una media di 4.000 euro a pratica, ci sono in ballo decine di milioni. A ciascuno dei professionisti individuati spetteranno 50 istanze di condono in zone vincolate. L’impegno economico sarà di 450.000 euro per quest’anno, di 600.000 per il prossimo e quelli a seguire. Non solo, perché il provvedimento dispone l’attivazione di un interpello, per dipendenti impiegati in altri servizi del Comune. Per il personale interno, anche un piano di incentivi.