NAPOLI – Quindici giorni dopo il Patto per Napoli con Mario Draghi, il sindaco Gaetano Manfredi ha firmato con i vertici di Invimit una lettera d’intenti per istituire un Fondo di investimento immobiliare dedicato ai beni da valorizzare e quindi da mettere sul mercato che ora sono di proprietà comunale.
E insomma: se Napoli pretende il miliardo e 231 milioni da Roma, qualcosa pur deve fare. E, oltre all’efficientamento della riscossione e alla riorganizzazione delle partecipate, c’è anche la valorizzazione del patrimonio immobiliare con la speranza di richiamare poi anche investitori nazionali e internazionali.
Per questa mission, così, il Comune si affida ad Invimit, una società interamente partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Ma in quanto consiste e quanto vale il patrimonio del Comune di Napoli? In tutto, in portafoglio ci sono 65.494 immobili per un valore di circa 4 miliardi di euro (4.027.738.963,30 euro per la precisione).
La metà del patrimonio però è costituito da case di edilizia popolare che non ricadono nel piano Invimit.
“Per loro – ha annunciato l’assessore al bilancio Pier Paolo Baretta – ci sarà un piano di recupero apposito. Il nostro compito, ora, è fare da presidio sociale e volano economico con una salda cultura del bilancio. Per questo, dobbiamo conoscere i numeri per lanciare le strategie”.
L’operazione Invimit inizia con 600 immobili, di cui 7 gioielli: la galleria Principe, Palazzo Cavalcanti in via Toledo, l’ex Villa Cava a Marechiaro, l’ex deposito Anm a Posillipo, il complesso del Carminiello al Mercato, la caserma della Polizia in via Medina e quella della Guardia di Finanza in via Bernardo Quaranta.
Quanto si prevede di incassare? “Almeno qualche decina di milioni di euro”, la risposta mentre si incrociano le dita.