Stipendi e gettoni delle municipalità, c’è l’ok del ragioniere generale del Comune di Napoli: ma con alcuni paletti. L’organo di controllo ha espresso parere favorevole di regolarità contabile ad una determina del 12 settembre scorso. L’atto ricognitorio del servizio comunale di coordinamento Municipalità e Decentramento quantificava in 7.5 milioni (Irap compresa) la spesa annuale per gli emolumenti di presidenti, assessori e consiglieri nelle dieci municipalità. Il ragioniere generale sottolinea come, per le casse comunali, l’importo sia raddoppiato dal 2019 (era 3,3 milioni). Vale a dire, a partire dalla legge di bilancio 2022.
La norma, tra non poche polemiche, ha consentito agli enti locali l’aumento graduale delle indennità di funzione di sindaci, assessori e consiglieri comunali. La copertura finanziaria è assicurata da un apposito fondo statale, a ristoro del maggior onere dei bilanci dei Comuni. A Napoli tuttavia il beneficio si è esteso alle municipalità. Questo perché, nei parlamentini, le indennità sono collegate in misura percentuale a quelle del Comune. A sancirlo sono le disposizioni dello statuto comunale e il regolamento delle municipalità. In questo caso, l’aumento ricade però sul bilancio del Comune. La legge di bilancio 2022 non prevede infatti alcun ristoro statale per gli organi delle Municipalità. Un problema per tutte le città metropolitane in cui si sono istituite forme di decentramento. La materia, tra l’altro, è divenuta presto un guazzabuglio interpretativo. A lungo Viminale e ministero dell’Economia hanno dato responsi diversi, su due decisivi articoli del Tuel. In alcuni comuni, il corollario è stato il congelamento delle indennità. A tentare di sbrogliare la matassa, ad agosto è arrivato un decreto del Viminale.
Il Comune di Napoli, comunque, già lo scorso luglio ha approvato modifiche al Dup 2024-2026. La delibera del consiglio comunale conferma la misura delle indennità nelle municipalità. L’emendamento stabilisce anche l’adozione di un atto ricognitivo, da parte dei competenti uffici di Palazzo San Giacomo. Il documento individua la spesa degli emolumenti, da sottoporre all’organo di revisione economico, per il visto di regolarità. Nell’aula di via Verdi è passata inoltre una mozione di accompagnamento. Con essa si impegnano sindaco e assessore al bilancio a verificare la sostenibilità economica della spesa. Il passaggio va effettuato entro 90 giorni dalla pubblicazione del decreto ministeriale, con atto di giunta. Dettaglio non secondario: Manfredi e Baretta dovranno valutare pure la rideterminazione delle indennità per le municipalità. Un’analisi da condurre guardando i tetti di spesa, come dettati dal decreto del ministero dell’Interno. Un consigliere comunale, ad esempio, non può percepire più di un quarto dell’indennità massima prevista per il proprio sindaco. A Napoli un presidente di municipalità guadagna 64.584 euro lordi all’anno: il 60% dell’indennità di un assessore del Comune.
Al ragioniere generale tocca pure ricordare che il Comune di Napoli è in fase di riequilibrio finanziario pluriennale. Perciò è ancora tenuto ad attuare misure di superamento dello squilibrio. “Anche – evidenzia – attraverso la realizzazione di obiettivi di riduzione di spesa”. Nonostante gli aumenti, il bilancio 2024-2026 assicura la copertura per i compensi nelle municipalità. Ma il ragioniere invoca lo stesso prudenza. Ritiene invero necessario “tenere conto dell’impatto finanziario sulle future annualità dei bilanci di previsione”. Da questo punto di vista, considera rilevante la mozione approvata in consiglio. Sarà d’obbligo una riflessione sul costo degli emolumenti delle municipalità. E l’attuazione andrà “opportunamente ponderata nell’obiettivo di un allentamento della spesa corrente a carico del bilancio”. In tal senso, l’ufficio ragioneria invita anche la dirigenza delle municipalità e il loro servizio comunale di coordinamento a formulare proposte per il contenimento della spesa. Intanto, tra gli eletti il tema è all’ordine del giorno. “Probabilmente l’intero impianto della legge – osserva Giovanna Lo Giudice, consigliera a Soccavo Pianura – non aveva tenuto conto che gli aumenti degli emolumenti avrebbero impattato negativamente sui bilanci degli Enti a maggior ragione sui Comuni grandi con i parlamentini delle Municipalità. Detto ciò, siamo tutti per il contenimento dei costi, che però non devono essere scaricati solo sulle Municipalità ma anche sui Comuni Metropolitani“.