NAPOLI – Nel giorno in cui l’ex sindaco De Magistris è tornato a Palazzo San Giacomo per la firma congiunta con Manfredi sulla verifica straordinaria di cassa che gli ha fatto sottolineare che ha lasciato 62 milioni di cassa libera (“quando subentrai io nel 2011 non c’era manco un centesimo”), il Comune, fresco di Patto per Napoli per non affogare nei suoi 5 miliardi di debito, ha predisposto due strutture qualificate per procedere alla rilevazione dei debiti commerciali e per la gestione delle conseguenti transazioni. Il tutto per il ripiano del disavanzo e per il rilancio degli investimenti.
La giunta – su proposta del sindaco Gaetano Manfredi e dell’assessore al bilancio Pier Paolo Baretta, fa sapere una nota di piazza Municipio – “ha approvato l’istituzione di un tavolo politico-gestionale composto da sindaco o suo delegato, assessore al bilancio, coordinatore delle attività, ragioniere generale, responsabile Area Patrimonio, responsabile Area Entrate, Avvocato generale ed esperti individuati da interlocutori esterni quali Ifel, Svimez e Anci nonché provenienti dal mondo accademico”.
Si specifica che “per l’individuazione del coordinatore, in caso di impossibilità di utilizzare risorse interne, data la straordinarietà delle esigenze da soddisfare, si potrà ricorrere ad un incarico temporaneo di collaborazione di alta qualificazione e comprovata specializzazione”.
Sta di fatto che “è stato istituito un Ufficio speciale dedicato alla rilevazione, transazione e liquidazione dei debiti commerciali al 31 dicembre 2021 che assuma la responsabilità del procedimento di rilevazione dei debiti commerciali certi, liquidi ed esigibili e di stipula delle transazioni e di liquidazione delle conseguenti somme dovute ai creditori“.
“Con queste due strutture ad hoc – sono le parole dell’assessore Baretta – l’amministrazione compie un passo fondamentale per dedicarsi in maniera esclusiva alla definizione dei rapporti con i creditori e cosi tenere fede agli impegni contenuti nell’accordo che ci porterà alla stesura di un piano di risanamento in sintonia con le indicazioni del Ministero delle Finanze”.
Per metà febbraio, il sindaco è atteso a Roma per la firma ufficiale del Patto per Napoli: 1,3 miliardi di euro dal Governo centrale (da qui al 2042) in cambio di un piano di rientro.