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La voce comincia a circolare nel pomeriggio, nel consiglio regionale della Campania, ma al momento resta tale. Un emendamento alla Camera potrebbe avere effetti su una vicenda nata lì, tra le stanze del Centro Direzionale. Una storia relativa ai compensi dei portaborse, sfociata in una citazione a giudizio della Procura regionale della Corte dei Conti. Nel mirino dei sostituti Davide Vitale e Mauro Senatore 7 consiglieri in carica, sei ex e quattro alti dirigenti del Consiglio, ipotizzando un danno erariale complessivo di 3,6 milioni di euro. Sotto i riflettori gli anni tra il 2019 ed il 2022: l’udienza è fissata per il prossimo 26 giugno.

L’emendamento al decreto legge PA, in sede di conversione, è stato approvato il 16 aprile dalle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Lavoro. A firmarlo è stato il leghista Gianpiero Zinzi, che non è tra i politici tirati in ballo dalla Procura, come nessun altro del suo partito. Dopo iniziali richieste di delucidazioni, anche dal Pd fanno sapere di non essersi opposti in commissione. E oggi è approdato in aula il testo del ddl “Disposizioni urgenti in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni”, per l’approvazione su cui è posta la fiducia. Poi l’iter si trasferirà al Senato.

Con riguardo ai dipendenti degli Udcp, l’emendamento intende fare “salvi gli atti e i provvedimenti adottati dalle regioni in adeguamento alle disposizioni del decreto legislativo 30 marzo 2001″, nonché “gli effetti prodotti e i rapporti giuridici sorti sulla base degli stessi”. Da quanto si apprende, l’intento sarebbe di carattere interpretativo, sul quadro legislativo in materia. Sul presunto impatto in questioni processuali, non giungono però conferme dai diretti interessati. “L’emendamento sana un’ingiustizia nei confronti dei dipendenti regionali e dei componenti dell’udpc (Ufficio di diretta collaborazione del presidente del consiglio, ndr)” dichiara Zinzi ad Anteprima24. “E chiarisce – aggiunge il deputato -, dopo un singolare accanimento giurisprudenziale, che la norma sugli uffici di diretta collaborazione degli organi politici trova applicazione anche ai consigli regionali, come è logico che sia vista l’identità della funzione“. Zinzi ricorda di essere “stato consigliere regionale”, e di aver “toccato con mano il grande lavoro quotidiano dei dipendenti, ingiustamente additati come dei fannulloni”. Secondo lui “il vero spreco di denaro pubblico è perdere tempo su queste cose”.