Un bombardamento di botti proibiti, colpi di pistola esplosi, un appartamento incendiato. A Napoli si è sfiorata ancora la tragedia a Capodanno. Non ci sono vittime per puro caso. Il bilancio è di 36 feriti, tra città e provincia. Ma poteva finire molto peggio. A denunciare i danni è il Comitato Vivibilità Cittadina, diffondendo una serie di video del Centro Storico. In uno di questi, stamattina a terra si contavano svariati bossoli. Un altro mostra il terrore in diretta, in un’abitazione colpita dai fuochi a piazzetta Nilo. L’appartamento è andato in fiamme in pochi istanti. In sottofondo si ascoltano le voci dei presenti, in preda al panico.
“La nostra solidarietà – scrive il Comitato sui social – va ai cittadini residenti che hanno subito quest’anno l’incendio della loro abitazione causato dai fuochi di artificio”. Si rammenta che “da quando si usano queste batterie di fuochi”, la “tragedia è dietro l’angolo”. Senza giri di parole, si punta il dito contro “la completa assenza delle FFOO e delle Istituzioni nel controllo“. E si ricordano le norme in materia. “A termini dell’art. 57 TULPS– si sottolinea – l’esplosione dei fuochi deve essere autorizzata dal locale Commissariato di P.S. Competente, trattandosi di razzi sparati verso il celo di rilevante impatto acustico e visivo. Autorizzazione da rilasciarsi ai sensi dell’art. 101 del regolamento di attuazione del TULPS a persona in possesso di certificato di idoneità”.
Con domanda retorica, il comitato chiede: “Avete mai visto qualche pubblica autorità che è intervenuta nelle tantissime occasioni in cui si esplodono queste maledette batterie di fuochi che, abbiamo letto dai giornali vengono anche imposte dalla Camorra agli esercenti per riscuotere il pizzo?”. Ai posteri l’ardua sentenza.