La stagione sta viaggiando a ritmo spedito nel girone C di Serie C con una Juve Stabia che sta veleggiando dall’alto con un certo margine di sicurezza sulle inseguitrici, Avellino e Benevento in primis. Per le vespe non c’è da pensare a campionato chiuso ma di certo i gialloblù sono artefici del proprio destino. Ciò che interessa alla società, però, non riguarda solo l’aspetto sportivo ma l’aver creato, specie in tema di giovani, un vero e proprio ‘modello Juve Stabia’. Un settore giovanile che non guarda le classifiche ma alla crescita dei ragazzi, con molti under che giocano nel girone C: Todisco e Del Sorbo al Sorrento, Vitale al Monopoli, Boccia al Giugliano, Picardi, Esposito e Guarracino in prima squadra, senza dimenticare Cimino, classe 2004, che è a Cosenza in B e ha raggiunto la doppia cifra di presenze: tutti provenienti proprio dal settore giovanile gialloblù. Il responsabile del settore giovanile Saby Mainolfi ha dichiarato, in esclusiva, ai nostri microfoni:
“Ha citato ragazzi che meritano tutto quello che gli sta accadendo, per sacrificio, dedizione e capacità. Auguro loro di arrivare il più in alto possibile, credendo sempre nei propri mezzi. Ci sono altri ragazzi di nostra proprietà che già si sono fatti trovare pronti nelle gare di Coppa Italia altri che sono ai vertici come under nei gironi di Serie D, credo che anche loro avranno le loro possibilità di professionismo. Personalmente, se mi chiede le posizioni delle nostre squadre giovanili, non saprei rispondere, noi andiamo avanti da 6 stagioni, con questa didattica: prima il ragazzo, il gruppo e poi la classifica”.
Sono anni che lei propone qualche accorgimento nelle impostazioni dei campionati giovanili.
“Bisognerebbe riformare l’attività giovanile fino agli Allievi, attuale U17. C’è troppo accanimento al risultato, le classifiche sono un male per la crescita del singolo, penalizzano soprattutto i ragazzini che sono in fase evolutiva, le società ma soprattutto i tecnici vogliono vincere, per un loro traguardo. Ma chi sceglie “il settore giovanile” deve essere consapevole che il suo ego deve passare in secondo piano. Mi è capitato di vedere in una gara U16 Nazionale, fare 2 sostituzione a 25 secondi dal termine, roba da strappare il tesserino… I ragazzini meno pronti fisicamente saranno coloro che un domani avranno capacità in più, ma molti tecnici li accantonano poiché per loro contano i 3 punti. Bisognerebbe trovare un’alternativa al semplice risultato del campo, magari stilare un ranking composto da varie voci, compreso il numero di ragazzi portati in Prima Squadra (tra l’altro il vero “leit motiv” di un settore giovanile), fair play, impiantistica sportiva, progetti sociali che vedrebbero impegnate le società nella diffusione dei principi della pratica sportiva, ma sicuramente così non andiamo nella giusta direzione”.
Comunque negli anni il settore giovanile della Juve Stabia, risultati ne ha raggiunti.
“Le vittorie sono il traguardo della settimana di allenamento, ma ripeto bisogna arrivarci senza tralasciare obiettivi di crescita di ogni singolo ragazzo. Dare la possibilità a tutti, ad ogni componente di ogni singola rosa. Le dico, con la classe 2002, raggiungemmo la Final Four 2019 Scudetto U17, se le faccio vedere i minutaggi del gruppo, giocavano tutti, idem con la Primavera 4 che si è aggiudicata la promozione in Primavera 3, e per ultimo l’U15 che nella scorsa stagione ha disputato la finale scudetto. Ma ripeto che il settore giovanile, non deve soffermassi solo al calciatore, deve costruire figure per l’Azienda. In questi anni il segretario sportivo, l’addetto stampa, collaboratori tecnici e fisioterapisti, sono partiti dal nostro gruppo di lavoro ed oggi sono in Prima Squadra: per me valgono tanti punti in classifica. Vedo squadre giovanili come in Primavera 3 e 4 spendere soldi per allestire una rosa, ma nessuno dei componenti raggiunge la Prima Squadra, ed è per questo che mi chiedo quale sia il senso. Le nostre rose sono a km 0 essendo tutti i nostri ragazzi della nostra Regione e soprattutto a costo 0”.
Molti addetti ai lavori sottolineano che in Italia si lavora male nelle attività di base
“È inconcepibile e autodistruttivo per il nostro sport, vedere società che riportano risultati delle categorie Primi Calci, Pulcini, Esordienti, soprattutto ascoltare terminologie usate per bambini che lasciano perplessi. Mi chiedo come un bambino di 6, 8, 10, 12 anni possa capire il significato di alcune parole forti. Quando si lascia ai ragazzi la libertà di poter esprimere le loro attitudini in campo? Questi sono i veri problemi, della difficoltà di “creare” giocatori fai da te, oltre poi a questa nuova riforma che nata per il mondo dilettantistico, inspiegabilmente è stata dirottata verso il settore giovanile professionistico, diventando una mannaia per noi club di C”.
Incontri, proposte, ma a che punto siamo con questa nuova riforma?
“Siamo arrivati al punto che i presidenti delle società investiranno sempre meno nel settore giovanile. La Serie C è la Lega che ne paga di più, nessun club di C potrà mai paragonarsi economicamente ad un club di B o di A, perdendo ogni valido ragazzo al 30.06 di ogni anno in quanto l’agente che lo rappresenta, cederà alle lusinghe economiche maggiori. Ci sarà un giro di soldi che avrà come “animale da circo” i ragazzi, come “domatori” pseudo procuratori e affini, come “leone” la big di turno”.
Il nuovo look societario che la Juve Stabia sta indossando.
“Abbiamo la possibilità di lavorare all’interno di una società che ci fa esprimere le nostre idee, concedendoci piena fiducia. Il Presidente Andrea Langella si è affacciato da pochi anni nel mondo calcistico, entrando nell’anno della promozione in B, per poi tenere viva la società nei due anni della pandemia Covid-19. Giorno dopo giorno bisogna asserire che sta virando nella giusta direzione, con grandi idee e tanti sacrifici e sta cercando di trasferire nella società una mentalità dinamica e aziendale, non per caso è stato eletto Consigliere Federale. Essendo un imprenditore importante, sa benissimo quali sono le virtù per essere un brand rispettato e di tendenza. La sua idea di società sostenibile sta dando i suoi frutti”.
Società sostenibile, ma che è al vertice del girone C
“La società ha scelto le persone giuste e di grande competenza. Il direttore Lovisa, nonostante la giovane età, sa il fatto suo, ha vissuto campionati importanti a Pordenone e ha portato in dote giocatori che hanno fatto del gruppo la loro forza, accompagnati da importanti capacità tecniche e fisiche. Mister Pagliuca ha completato il tutto, donando la sua grande capacità tecnico-tattica, la sua verve, la sua meticolosità e la sua umiltà. Meritano, tutto il gruppo sportivo e dirigenziale, il salto di categoria, coronando il sogno dei tifosi e di tutti noi che quotidianamente lavoriamo per il nostro amato club”.