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Si fa presto a dire ‘Area Unesco’. Incontrando l’amministrazione comunale, le associazioni hanno denunciato il caos del Centro Storico. Una minaccia quotidiana al suo patrimonio culturale, preso d’assalto da migliaia di turisti, e vessato da gravi problemi. “Abbiamo chiesto con forza e determinazione la costituzione della Consulta Permanente delle Associazioni” spiega Bona Mustilli di Progetto Napoli. Una richiesta ribadita anche giorni fa, in vista del meeting a Palazzo Fuga. L’obiettivo è di “collaborare meglio con le istituzioni preposte alla realizzazione del Piano di Gestione dell’Unesco“.

All’ex Albergo dei poveri è andato in scena il secondo confronto tra Comune di Napoli, associazioni del Centro Storico e comitato tecnico-scientifico. La seduta si è divisa in sei tavoli tematici. Il gruppo del Centro Antico ha optato per il focus su Patrimonio Monumentale e Urbano. Dall’altro lato del tavolo, il vice sindaco Laura Lieto, assessore all’Urbanistica. Assieme a Mustilli, presente anche Pino De Stasio, consigliere della Municipalità 2. Proprio da lui giungono, da tempo, gli Sos sui raid vandalici. “Napoli è la città più imbrattata d’Italia” accusa Mustilli, senza mezzi termini. Sono giornalieri gli assalti a monumenti e chiese, a suon di vernice spray. Sfregiato il paesaggio monumentale, senza zone superstiti. Un controsenso, perché sotto attacco è il “perno della rigenerazione del Centro Antico”. Un grido d’allarme delle associazioni, ma non certo l’unico. Nel ‘dossier’ consegnato all’amministrazione si va dall’invasione di “tavolino selvaggio” alla carenza di “servizi ai cittadini e ai turisti”. Passando per “la mancanza di sicurezza” e la “condizione assurda delle strade”. Basoli dissestati, rischio incombente di cadute. Non certo un bel biglietto da visita.

E poi il tema dello sradicamento per la popolazione, espulsa da una galoppante turistificazione. La proliferazione incontrollata di B&B e case vacanza ha effetti tangibili. Ovvero la concreta “possibilità di non avere più residenti – ricorda Mustilli – per mancanza di alloggi per i privati e per il residente temporaneo come gli studenti”. E c’è lo speculare fenomeno della “mancanza di una valorizzazione culturale che coinvolga tutte le arti e i mestieri”. Il Centro Storico sta cambiando volto, insomma: e non in meglio. “Abbiamo anche proposto al vice sindaco Lieto – aggiunge l’esponente di Progetto Napoli – la possibilità di coinvolgere gli street artist, in un colloquio con i giovani per far comprendere la differenza tra arte di strada e vandalismo dei monumenti e delle strade”. In un evento segnato dall’impegnativo slogan “democrazia partecipata”, il Comune ha ascoltato la voce delle associazioni. Vedremo se saprà tenerne conto.