Gentile utente, a titolo di conguaglio straordinario ci deve corrispondere 13.488 euro: entro il 30 prossimo novembre. Alzi la mano chi resterebbe impassibile, ricevendo questo avviso di pagamento. Eppure è una delle decine di lettere inviate da Napoli Servizi, per conto dell’amminstrazione comunale. Destinatari sono gli inquilini degli alloggi popolari. Le somme richieste variano da alcune centinaia di euro fino ad oltre 10.000. Un’autentica mazzata, per cittadini non proprio benestanti. Ad allarmarli è non solo la somma, ma anche la scadenza vicinissima.
Le lettere riguardano il conguaglio dei canoni di locazione, per le annualità dal 2014 al 2024. Sono relative al riallineamento delle propria posizione, calcolata dalla partecipata del Comune di Napoli. Obiettivo è portare in pareggio i conti tra locatore e conduttore. Fonti qualificate spiegano però che, su richiesta dell’assegnatario, sarebbe sempre possibile rateizzare le somme. La scadenza di fine mese sarebbe un atto dovuto, dettato da ragioni procedurali. E non ci sono solo debiti: nel conteggio conguagli, rientrano pure casi di crediti degli inquilini. La compensazione avverrà, in questa circostanza, sulle prossime bollette del canone. Da Palazzo San Giacomo, comunque, l’assessore Pier Paolo Baretta promette chiarimenti nei prossimi giorni.
E tra chi reclama chiarezza c’è Giovanna Lo Giudice, consigliera del Pd alla municipalità Soccavo Pianura. Stamane ha inviato una lunga lettera al sindaco Gaetano Manfredi, a Baretta e a Napoli Servizi. Non pochi i dubbi sollevati. Secondo lei, i casi di specie potrebbero configurarsi come debito incolpevole. “Considerato che l’Ente Gestore – scrive – come da Regolamento del 29/12/2023 n.2, art.1 co. 2 ogni 2 anni avrebbe dovuto provvedere ad aggiornare, con cadenza biennale, l’aggiornamento del canone di locazione sulla base delle condizioni economiche reddituale degli assegnatari risultanti dall’Isee”. Ma questa è solo una delle questioni poste. A detta della consigliera, gli inquilini potrebbero anche aver subito una limitazione del diritto alla difesa. “Per via della lacunosa documentazione” ipotizza Lo Giudice. Lo Statuto del Contribuente (articolo 7), “che, ricordiamo che vale anche per la Napoli Servizi”, prevede che “nella motivazione devono essere chiariti i presupposti di fatto e le ragioni di diritto” a base della pretesa, “come chiarito anche da tante sentenze della Cassazione”.
A destare perplessità sono le richieste, “ad onor del vero, vaghe e fuorvianti” sostiene la consigliera. Tra le presunte contraddizioni, si cita quanto riportato negli avvisi di Napoli Servizi. Si fa riferimento agli anni 2014/2023. Ma l’allegato bollettino di pagamento “invece stranamente fa riferimento ad un conguaglio straordinario riferito al solo periodo gen. 2024″. Nel bollettino, inoltre, non sarebbero “specificati analiticamente gli importi anno per anno per arrivare al quantum totale”. Neppure verrebbe riportata una “specifica analitica relativa agli anni richiesti (2014/2023)”. Lo Giudice chiede anche “perché, come da regolamento, l’aggiornamento del canone e il relativo eventuale conguaglio, riferito agli anni richiesti, non è stato comunicato, nei bienni successivi”. In aggiunta, non verrebbe indicata “la descrizione annualità per ogni le annualità (2014…2015… e così via fino al 2023)”. C’è poi il capitolo della “prescrizione quinquennale”, pure da approfondire. “In assenza di una notifica che ne comprovi l’avvenuta interruzione dei termini – sottolinea la consigliera – le annualità richieste relative al 2014/2015/2016/2017/2018 a norma sarebbero andate prescritte”.
Rimarcando come il quadro descritto alimenti “ancora più confusione”, Lo Giudice avanza una serie di richieste. Anche per le “forti connotazioni sociali” della vicenda. Si tratterebbe di verificare le differenze tra il canone a suo tempo fatturato e quello effettivamente “dovuto in base all’accertata situazione reddituale”. Nelle ipotesi di stime errate, sarebbero da annullare gli inviti a pagare. Comunque, il dato andrebbe reso “pienamente attendibile”, inviando agli inquilini un prospetto di dettaglio dei canoni arretrati, rispetto a quanto già contabilizzato. Un altro accertamento – se già non effettuato – dovrebbe interessare eventuali prescrizioni: il periodo va dal 2014 al 2018. Ci sarebbe poi da valutare la “situazione economico-sociale dell’utenza in questione”. Il richiamo è alla disciplina regionale per la determinazione dei canoni di locazione, in materia di alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica. Fissando il tetto degli importi, essa stabilisce che la quota non può superare il 12% del valore dell’Isee. Quanto alla rateizzazione del debito, Lo Giudice invoca un termine fino a 120 mesi, a seconda dell’ammontare da concordare con l’ente gestore. Ulteriore richiesta è di evitare la messa in mora degli assegnatari. “Perché è evidente che – afferma la consigliera -, per molti inquilini, sia praticamente impossibile pagare il conguaglio preteso in un’unica soluzione“. Non va infatti dimenticata la “grande fragilità del tessuto socio economico”, in un territorio dove è massiccia la presenza di alloggi Erp.
Contattato da Anteprima24, Baretta fa alcune puntualizzazioni. “Stiamo esaminando la questione, ma – afferma l’assessore al Bilancio – le richieste di conguaglio sono relative ad un periodo molto lungo, negli ultimi 6-7 anni. Quindi è chiaro che in alcune situazioni si presentano certe cifre”. L’esponente della giunta sottolinea che “innanzitutto è nostro dovere segnalare ai contribuenti questo conguaglio”. Dopo di ciò “stiamo esaminando tutta la documentazione, sulla base di tutte le sollecitazioni, anche di ieri in consiglio comunale”. Pertanto “nei prossimi giorni saremo in grado di dare una precisazione”. Più di tanto, Baretta non può anticipare. “Dobbiamo verificare esattamente – ribadisce -. Entro qualche giorno faremo delle comunicazioni precise su tutto, mi riservo di a fare una verifica diretta in queste ore”.