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Alloggi popolari in Campania, dilagano i casi di fitti schizzati alle stelle. Fioccano le proteste, e c’è chi punta il dito contro la riforma appena entrata in vigore. Dal 1 gennaio sono cambiati i criteri per la determinazione dei canoni di locazione. Un effetto delle modifiche al Regolamento regionale, appovate nel 2023 dalla giunta De Luca. L’allarme è suonato in tutta la Regione, soprattutto nelle periferie urbane. “Sicuramente c’è l’impatto della prima applicazione della riforma sul calcolo dei canoni” conferma David Lebro, presidente dell’Acer, ad Anteprima24. “Quello che abbiamo però acquisito – aggiunge – è che tanti utenti non hanno portato l’Isee, che va a proporzionare il canone e ha una grossa rilevanza nel suo valore”. E non presentarlo, “fa scattare al massimo le aliquote”.

Come noto, l’Isee (indicatore della situazione economica equivalente) è lo strumento per misurare la condizione economica delle famiglie italiane. Se non supera i 15.000 euro, è tra i requisiti per l’accesso all’Edilizia Residenziale Pubblica. Indispensabile è perciò certificarlo all’Acer. Se non avviene, sono dolori. “In Campania abbiamo migliaia di casi – spiega Lebro – ma a Napoli c’è la minor percentuale di mancata presentazione”. A Salerno e provincia, viceversa, “su 11.000 utenti ci sono 4.000 casi”. Tuttavia, non tutti i rincari sono dovuti a ciò. “Ci sono tante situazioni, anche trasparenti – precisa il presidente Acer -, che fanno alzare il canone”. Si va dalle “ragioni di crescita economica della famiglia” alla presenza di “più persone con contratti di lavoro in casa”. E in più, “ci sono un sacco di scoperte di Isee molto alti”. Tra gli esempi un caso da 145.000 euro, un altro di 192.000 euro. “Sono grosse cifre – sottolinea Lebro -, c’è gente che possiede titoli di Stato”. Questi “avranno problemi seri, anche perché non hanno diritto all’alloggio”. Quanto ai possibili errori, il presidente dell’Acer giura: “Sono rarissimi, ma se dovessero esserci, verrebberro subito corretti allo sportello”. Ciò nononostate, “i numeri di Isee non consegnati nel 2024 sono abbastanza alti”. Lebro però assicura: “In qualsiasi giorno arrivi l’Isee, ci sarà un effetto reetroattivo al 1 gennaio 2025, quindi non ci sarà un canone non proporzionato realmente al reddito”. L’ente promette “massima apertura per gli utenti, gli sportelli sono aperti e stiamo lavorando in maniera veloce per andare a regime”.

Ma sui territori si moltiplicano le richieste di aiuto, come testimonia Giovanna Lo Giudice, consigliera municipale Pd a Soccavo Pianura. “Stiamo mobilitando tutti e – annuncia – raccogliendo centinaia di istanze da presentare alla Regione“. In cantiere c’è una manifestazione da portare a Santa Lucia. La consigliera sollecita “soluzioni equilibrate”, andando “a valutare anche le diverse opzioni disponibili per ogni residente”. E avanza qualche proposta, in direzione di un adeguamento graduale dei pigioni. “Gli Enti Gestori – premette – provvedono, con cadenza biennale, all’aggiornamento del canone di locazione sulla base delle condizioni economiche dell’assegnatario risultanti dall’Isee”. La documentazione va presentata “il 30 giugno di ogni biennio”. E l’assegnatario “ha la facoltà di richiedere con apposita istanza, corredata da idonea documentazione – ricorda Lo Giudice -, che l’Ente Gestore consideri l’Isee dell’anno precedente, ai fini del calcolo del canone di locazione”. Tenuto conto di questo, “l’idea di adeguare i canoni anno per anno potrebbe essere una soluzione piu equa”. Secondo la consigliera, si ridurrebbe “il rischio di aumenti improvvisi e sconsiderati come si stanno verificando sul terriorio regionale, non permettendo ai residenti il tempo necessario per adattarsi e anche pianificare le proprie finanze in molti casi gia carenti”. Insomma, si invocano “sostegno e attenzione” alle fasce deboli, per garantire “una vita dignitosa“.