“La situazione emergenziale di Ischia ha un carattere di assoluta unicità, con la compresenza di tre fattori di rischio. Questi tre fattori si sommano tra loro, si integrano offrendo una visione della situazione e delle esigenze di intervento post evento che non è paragonabile a molte altre emergenze, cosiddette ricorrenti. E un’azione di messa in sicurezza assume una visione più ampia e una maggiore incisività e sostanza”. E’ quanto ha sottolineato Fabrizio Curcio, capo del Dipartimento di Protezione Civile nel corso della audizione tenuta stamani in Commissione Ambiente della Camera dei Deputati in occasione della conversione in legge del decreto-legge 3 dicembre 2022, n. 186 sugli interventi per le popolazioni colpite dall’alluvione. Nel merito dei fattori di rischio Curcio ha spiegato: “Una condizione preesistente caratterizzata già da un diffuso dissesto (anche derivante dalle caratteristiche geologiche dell’isola e dalla sua origina vulcanica), la presenza di altrettanto diffuse criticità derivanti dallo sviluppo territoriale registrato in vari decenni (qui come altrove), le attività in corso in conseguenza dell’evento sismico del 2017, l’evento eccezionale del 26 novembre, che ha comportato una criticità specifica con il distacco delle frane che hanno sconvolto Casamicciola terme e provocato la perdita di 12 vite, ferendo a morte la comunità e il Paese”.
Nel corso del suo intervento, il responsabile nazionale della Protezione Civile ha rilevato che la situazione ischitana è comune a quella di molte altre zone italiane, dove si registra la tensione tra l’esigenza della tutela dei territori e quella di vita e sviluppo delle comunità: “Esiste un’urgenza operativa alla quale dobbiamo dare riscontro – ha detto – assumendo la responsabilità sociale, come comunità, dello stato dei fatti e dei luoghi e, da esso, partire con azioni concrete di mitigazione sulle strutture e infrastrutture esistenti che non possono esaurirsi nella richiesta di tornare al Paese di 50 anni fa”. Per Curcio serve ad Ischia un processo di intervento specifico, analogo a quello attivato per la maxi emergenza sismica, dotato di adeguate risorse finanziarie e della durata di diversi anni; per il territorio ischitano serve perciò un intervento normativo specifico per il quale il suo dipartimento fornirà le valutazioni tecnico-scientifiche adeguate. Già oggi Curcio annuncia che sarà conclusa la ricognizione sugli interventi fatti e da fare per somma urgenza così che si potrà proporre al Consiglio dei Ministri una prima integrazione allo stanziamento iniziale di fondi, di 2 milioni di euro, già deliberato. Nel dettaglio il capo della Protezione Civile ha elencato anche gli interventi economici deliberati a sostegno dei cittadini di Casamicciola colpiti dalla alluvione come il contributo di autonoma sistemazione (che permetterà agli sfollati di prendere case in fitto), i contributi una tantum di immediato sostegno per privati ed aziende di 5.000 e 20.000 euro ed il blocco della rate dei mutui per i proprietari di edifici sgomberati. Per il monitoraggio del rischio frana e l’analisi dell’evento del 26 novembre oltre all’Osservatorio Vesuviano ed all’Ispra Curcio ha ricordato l’appello alle università della Campania – a cui hanno risposto oltre 30 fra docenti, ricercatori e dottorandi affiliati a cinque differenti Atenei – che in pochissimi giorni hanno già provveduto a produrre una mappa accurata, ancorché preliminare, degli spessori del principale corpo di frana e una prima mappa inventario d’evento mentre; altri gruppi di lavoro consegneranno nella giornata odierna i risultati di simulazioni numeriche dei fenomeni di crollo e discesa di massi, e di colate di detrito. Si tratta di informazioni che, con la mappa d’evento, saranno essenziali per una prima definizione delle condizioni di pericolosità dell’area. Altri gruppi di tecnici stanno operando sulla previsione e l’analisi delle precipitazioni, sulla moderazione fisico-meccanica dei versanti, e sul raffinamento del piano di Protezione Civile.