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Sette microtelefonici, cocaina e hashish, sono stati trovati nei reparti di Alta Sicurezza del carcere di Secondigliano, a Napoli.

A segnalarlo sono i sindacati Uspp e Sappe. In una nota l’Uspp esprime “grande soddisfazione per la professionalità degli agenti” e ribadisce che “anche dopo l’inasprimento delle pene per questa fattispecie di reato, il fernomeno persiste”.

Per Ciro Auricchio e Giuseppe Moretti, rispettivamente segretario regionale e presidente dell’Uspp: “bisogna dotare la polizia penitenziaria di idonei strumenti da mettere in campo, come i jammer, gli inibitori di segnale per garantire maggiore sicurezza per gli istituti di pena i quali soffronto a causa delle ataviche carenze di personale. Mancano 700 agenti – conclude l’Uspp – e comunque si riesce a mettere a segno un duro colpo alla criminalità”. “E’ in atto una guerra continua per contrastare la detenzione, l’uso e la diffusione di telefoni cellulari e droga in carcere che vede quotidianamente impegnati gli uomini e le donne del Corpo di Polizia Penitenziaria nelle carceri campane e italiane. Ma lo Stato deve darci tutti gli strumenti, operativi e legislativi, per lavorare al meglio e garantire la sicurezza nel complesso e difficile contesto delle carceri della Nazione”, dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, dopo le operazioni di polizia condotte dai Baschi Azzurri. Tiziana Guacci, segretario regionale SAPPE per la Campania, ricorda l’affollamento che caratterizza il carcere napoletano di Poggioreale: “sono presenti oltre duemila detenuti, 2.142 per la precisazione, e questo fa già di per sé capire quali e quante siano le difficoltà per gli uomini della Polizia Penitenziaria ad operare in Sezioni sovraffollate. Questo però non impedisce affatto ai poliziotti di combattere ogni giorno battaglie continue per la legalità”.