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Nell’ultimo sciame sismico dei Campi Flegrei “non c’è niente di anomalo” dice Benedetto De Vivo, uno dei massimi esperti mondiali di geochimica ambientale. Già professore alla Federico II, De Vivo esclude anche l’idea di segnali precursori di una grande eruzione. “Nella più remota delle ipotesi – dichiara – si potrebbe verificare un’eruzione come quella del Monte Nuovo nel 1538, cioè una piccola eruzione locale molto contenuta”. L’esperto ritiene comprensibile la preoccupazione della cittadinanza. Tuttavia non scorge nulla di abnorme, nell’attuale situazione. “Tutto quello che sta succedendo – spiega – è perfettamente coerente con il nostro modello (Lima et al, 2024*), non c’è nessuna novità per quanto ci riguarda”. De Vivo parla di quanto scritto sulle riviste scientifiche, da 40 anni in qua, da lui e i suoi colleghi.

Le scosse in atto sarebbero dovute al fatto che “il magma cristallizza nella sua corteccia esterna – formando un carapace -, e migra lentamente verso il basso, con un processo ben noto in magmatologia come second boiling. In questo processo produce i fluidi – composti gassosi – che viceversa migrano verso l’alto. Tali fluidi vengono “bloccati” alla profondità di circa 2,5-3 km da un livello impermeabile composto di pozzolana, livello dello spessore di cica 300 m, riscontrato dai sondaggi AGIP/ENEL di fine anni 70 in aree Mofete e San Vito, iniziano la spinta verso alto determinando il bradisismo positivo”. In pratica, “il livello dii pozzolana assume il ruolo del “coperchio di una pentola a pressione”.

Di una cosa il geochimico è certo: “Quando dicono che il magma sta salendo, è falso. Perché il magma non sale, ma paradossalmente scende migrando in basso. È u po’ come il paradosso di Cristoforo Colombo, che deriso da tutti, diceva di volere “buscar el levante por el poniente”. Semplicemente Colombo partiva da un presupposto ignoto a altri: vale a dire cha la Terra fosse sferica”. Sui terremoti in atto, nella popolazione si sta pure diffondendo il timore di un aumento progressivo di intensità”. Ma De Vivo precisa che “la magnitudo nelle aree vulcaniche rarissimamente supera il valore di 5, e 4 già è parecchio“. E questo “accade in tutte le aree vulcaniche attive nel mondo”. Rimedi? “Bisogna quindi che – sostiene il professore – le Autorità provvedano a mettere in sicurezza le abitazioni in modo che possano resistere strutturalmente a terremoti di tale Magnitudo massima. Così come è imperativo non concedere condoni edilizi e nuove licenze ad uso residenziale, e nello stesso tempo preparare ampie vie di fuga per uscire in modo veloce dalla Zona Rossa. Anche se nell’immediato non sono condizioni che facciano presagire un evento catastrofico”

Lima A., R.J. Bodnar R.J., De Vivo B., Spera F.J. e Belkin H.E., 2024. “The “breathing” Earth (la terra che respira) at Solfatara-Pisciarelli (Campi Flegrei, southern Italy) during 2005-2024: Nature’s way of attenuating the effects of bradyseism through gradual and episodic release of subsurface pressure. American Mineralogist, In press; https://doi.org/10.2138/am-2024-9516.