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Lo scontro istituzionale esplode nelle ultime battute della seduta in Commissione Ambiente della Camera, dedicata a bradisismo e rischio sismico nei Campi Flegrei. Ad accendere la miccia è il presidente Mauro Rotelli di Fratelli d’Italia, dopo l’audizione in videoconferenza di Italo Giulivo, direttore generale della protezione civile della Regione Campania. Nel ringraziare il tecnico, Rotelli non gli nasconde “una certa sorpresa e anche un po’ di amarezza da parte della presidenza e dei commissari nel non aver avuto l’opportunità di poter avere, oltre a lei, una rappresentanza politica“.

Il presidente della commissione, senza fare nomi, evoca i vertici di Palazzo Santa Lucia. Il disappunto è provocato, suo malgrado, dalle precisazioni di Giulivo. Risposte inevitabilmente interlocutorie, in assenza della giunta regionale, ad alcuni quesiti del deputato puteolano Antonio Caso (M5S). Uno in particolare, relativo all’ipotesi che “nei Campi Flegrei oggi si costruisca ancora”. Caso chiede se “come per il Vesuvio nel 2003, anche per i Campi Flegrei si immagini una legge regionale per impedire nuove costruzioni“. Ma a questo interrogativo Giulivo non può rispondere. “Per quanto riguarda la legge regionale che riguarda il governo del territorio in ambito Campi Flegrei al pari di quanto era stato fatto per il Vesuvio – spiega il direttore generale della protezione civile regionale – , è una risposta che da tecnico non posso dare, perché investe l’aspetto politico”. Giulivo aggiunge che però relazionerà “dopo questo incontro all’assessore e al presidente per l’approfondimento da farsi”.

A Rotelli non basta, e rimarca che a “una parte delle domande che sono state poste dal collega Caso, lei non ha la possibilità di rispondere perché non c’è la parte politica”. Quindi il presidente della commissione sbotta, rivolto a Giulivo: “All’ultimo momento non ha partecipato neanche il capo di gabinetto, la dottoressa Bove, e non le nascondo che questo ci ha lasciati un po’ sorpresi“. Neppure Caso si mostra tenero. “Sono ancora troppe le criticità sul territorio – sostiene il parlamentare pentastellato – anche per ciò che concerne le vie di fuga con opere costruite e mai aperte, come ad esempio il tunnel tangenziale-porto, ed altre ferme sulla carta da oltre 30 anni. Dalla parole della Regione continuano a trasparire ancora troppe incertezze che di sicuro non aiutano a dare tranquillità ai cittadini“.

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