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“Stiamo creando una psicosi inutile”. Sull’allarme anidride carbonica, esprime dubbi il geologo Diego Civitillo, nato e cresciuto nei Campi Flegrei. Perplessità doppie: da ricercatore e da pubblico amministratore, ieri presidente e oggi consigliere di minoranza alla municipalità Bagnoli Fuorigrotta. “Questa cosa – sostiene – poteva essere gestita nei canali istituzionali, facendo dei controlli doverosi la si poteva approfondire senza creare panico nella popolazione, e probabilmente in maniera più corretta”. Uno dei nodi è proprio l’angoscia dei cittadini flegrei. Gente stremata da un biennio di bradisismo. Fenomeno percepito perfino in peggioramento, con l’ultimo sciame sismico. Insomma, per Civitillo la si poteva trattare con più tatto. Invece “panico, interviste a raffica, convocazioni improvvise”. Ma dove nascono le sue perplessità? “I dati dell’Osservatorio Vesuviano – spiega – ci dicono che non ci sono variazioni sostanziali nei parametri geofisici”. C’è poi “un’aggiunta recente, una stazione nuova nella zona di Contrada Pisciarelli”. Ce l’hanno messa nel 2022. Lì “si è rilevato un leggero aumento dei flussi al suolo di Co2, quindi nulla di anomalo“. E infatti “nel bollettino dell’Osservatorio non c’è un campanello d’allarme”. La pubblicazione parla appunto di un “moderato aumento di valori”, registrato negli ultimi mesi. E questo moltiplica i dubbi di Civitillo. “L’aumento di accumuli di Co2 – sottolinea – c’è stato tra fine 2024 e inizio 2025, è una cosa già lì da 3-4 mesi”. E in pratica, “un mese fa la situazione era analoga, e non si è fatto quanto si fa ora”. Vale a dire le ordinanze dei sindaci, vissute con ansia dai residenti. Anche per il supposto legame tra bradisismo ed esalazioni di Co2, definite anomale.

Co2 nei Campi Flegrei: il grafico dal 2007 ad oggi

Ma sull’anidride carbonica, il geologo puntualizza: “È un fenomeno naturale sempre esistito, che non ha mai prodotto vittime”. A conferma di ciò, si rispolverano i vecchi dati ufficiali. Poco più di dieci anni fa, si è visto di peggio. A riportarlo sono sempre le statistiche dell’Osservatorio, nell’abituale monitoraggio: eloquente il grafico soprastante. “Tra 2013 e 2014 – ricorda Civitillo – abbiamo avuto picchi di concentrazione molto più alti, qualcosa di assolutamente normale in un’area vulcanica attiva”. Ma va ribadito: “L’Ingv fa bene a monitorarlo, perché sono uno dei possibili precursori di un’attività vulcanica diretta”. Per il geologo-consigliere, semmai “il problema è comprendere come mai, la settimana scorsa, improvvisamente questa sittuazione sia diventata un’emergenza”. La domanda non è marginale, vista la fibrillazione tra gli abitanti. Civitillo racconta di essere spesso interpellato da persone spaventate. “Si sta creando ulteriore pressione – denuncia – in un momento in cui sono tutti estremamente sensibili e preoccupati, e lo si sta facendo per qualcosa di cui non c’è alcun motivo”.

Co2 nei Campi Flegrei: il grafico della nuova stazione di rilevamento in Contrada Pisciarelli

Il messaggio è di rassicurazione, pur considerando giusti i controlli. “Se così non fosse – dice l’esperto – , nell’ultimo decennio avremmo dovuto contare decine di vittime nei Campi Flegrei per questa cosa”. Per fortuna non è stato così, e “ce lo dicono i dati dell’Ingv”. Ma anche sulle opportune verifiche, Civitillo muove un appunto. A partire dai provvedimenti dei primi cittadini, in cui evidenzia una presunta contraddizione. “Le ordinanze prevedono per i privati – obietta – di dotarsi di un rilevatore, per rilevare eventuali concentrazioni pericolose. Questo però non si capisce perché non valga per gli edifici pubblici”. Detta in termini più scientifici, “o si fa una rilevazione costante, h24 e sette giorni su sette, facendo uscire un dato statistico da fornire alle autorità per una valutazione, oppure non ha senso il controllo una tantum con i vigili del fuoco”. Il geologo mette in guardia dalle misurazioni episodiche: “La rilevazione può essere modificata dalla ventilazione, dal meteo, dall’umidità. Per ipotesi può essere modificata anche dalla stessa emissione, che non è costante nel tempo”. L’invito di Civitillo è quindi a mantenere la calma. Alle istituzioni, di cui pure fa parte, è invece di mutare approccio comunicativo. “Se dal monitoraggio sulle strutture pubbliche non si rileva nulla – afferma – si può stare mediamente tranquilli che anche nelle strutture private non si avranno problemi”. Ecco perché, secondo lui, tutto poteva svolgersi con maggior discrezione. “Tuttalpiù a un certo punto – aggiunge – si sarebbe potuto fare qualcosa di dedicato ai seminterrati, ai garage, ma sempre laddove si fosserto trovate concentrazioni elevate”. Perché un concetto va precisato: “Per creare danni da Co2 servono concentrazioni davvero molto elevate, e in passato, con picchi più alti, non si è verificato”.

Diego Civitillo