La grande paura dei Campi Flegrei inizia la scorsa primavera. Dopo 40 anni torna il bradisismo, con il sollevamento del suolo rispetto al livello del mare. Sono oscillazioni verticali della crosta terrestre, accompagnate da sciami sismici, ovvero sequenze di terremoti generalmente di magnitudo lieve o media.
Da mesi si susseguono le scosse, senza dare pace agli abitanti della zona flegrea, la caldera vulcanica dove, da sempre, si convive con questi fenomeni. Un incubo per centinaia di migliaia di persone, fatto di notti insonni e giornate scandite dall’ansia.
Da Pozzuoli a Bacoli, da Quarto a Monte di Procida, da Giugliano fino all’area occidentale di Napoli e oltre, toccando le colline di Posillipo e Vomero, e allargandosi talvolta nelle altre zone del capoluogo. Se approssimativamente sappiamo quando è cominciata, non conosciamo quando finirà. L’ultima volta, tra il 1982 e il 1984, durò due anni. Da questo crogiuolo di apprensione, interrogativi, domande, risposte frammentarie, abbiamo tratto le voci di chi vive la grande paura ogni giorno. A partire dai residenti, passando per i vulcanologi, per arrivare agli amministratori locali. E i Campi Flegrei restano col fiato sospeso.