“Essere premiati alla carriera sull’isola del cinema è un’emozione. Ho avuto già una grande soddisfazione nell’estate del 2021, subito dopo la riapertura dei teatri, festeggiando 50 anni di carriera con il mio “Concert show” all’Arena di Verona, spalleggiato da tanti amici e colleghi”. Parole di Jerry Calà che sarà incoronato ‘re della commedia’ il prossimo 30 dicembre al ‘Capri, Hollywood’.
Appena sbarcato sull’isola l’attore siciliano, 71 anni, coglie l’occasione per annunciare l’inizio delle riprese del suo nuovo film: “Da febbraio giro un lungometraggio a Napoli, come regista attore e sceneggiatore. Ho già fatto sopralluoghi a Monte di Procida, che è un luogo straordinario, ma ambienterò la storia anche a Ischia perché voglio che si torni a parlare di questa splendida isola come luogo del cinema, celebre per questo fin dagli anni 60. Al centro della storia ci sarà il rapimento di una star, non posso dire di più, sarà con una società di produzione napoletana e con attori partenopei”. E il titolo? “Il titolo c’è, il cast pure. Ma non posso ancora dire nulla – dice -. Posso dire che si tratterà di una commedia divertentissima e molto originale, la storia del buffo rapimento di una star del cinema…”.
E’ stato il volto degli anni ’80, un decennio per il quale si inizia a provare nostalgia, non solo al cinema. “Moltissima – precisa l’attore di Catania -. Anche ai ragazzi di oggi piacciono quei film perchè è chiaro che allora ci divertivamo molto di più, c’era più entusiasmo. Possiamo considerarli come fotografie nitide di quegli anni, dai cafoni delle Vacanze di Natale ai rampanti di Yuppis. Oggi le condizioni economiche sono cambiate: un ragazzo non potrebbe più ‘andare a vivere da solo’ soprattutto con i prezzi di Milano! E comunque se rimangono a casa la colpa non credo sia di quelli che chiamano bamboccioni, ma dei genitori troppo protettivi”.
A Capri si racconterà anche in musica una carriera partita dal successo di Gatti di Vicolo Miracoli, passata per commedie iconiche ma anche per un cinema più impegnato. “Ho lavorato con Marco Ferreri, in “Diario di un Vizio”, guadagnandomi il premio della critica italiana a Berlino. Peccato poi non essere riusciti realizzare di nuovo insieme un secondo progetto. Poi con Avati, Marco Risi, lui aveva capito che potevo fare anche altro. Diciamo però che la mia parte comica ha avuto il sopravvento, e il pubblico poi bisogna rispettarlo. Continuo a fare più di cento serate l’anno e a suonare Maracaibo. Ma sono un settantenne ancora giovane. E pronto anche per altri ruoli!”.