Mai sottoposto a visite. Né prima dell’assunzione, né in costanza d’impiego e neppure quando dalla mansione di bigliettaio venne promosso a quella sicuramente più delicata di autista. E’ quanto, in sostanza, ha sostenuto il medico del servizio di igiene e medicina del lavoro nel corso dell’udienza del processo sulla morte di Emanuele Melillo. Melillo era il conducente del bus dell‘Azienda Trasporto Capri unica vittima dell’incidente stradale avvenuto il 22 luglio 2021 sull’isola di Capri, dove un autobus con 25 persone a bordo è precipitato su uno stabilimento balneare sottostante la strada che stava percorrendo. Il teste della procura di Napoli ha, di fatto, puntato il dito contro le violazioni riscontrate durante gli accertamenti delegati dagli inquirenti per accertare il livello di sicurezza sul lavoro nell’azienda di trasporto per la quale Melillo lavorava.
“Una sorveglianza sanitaria praticamente inesistente“, ha commentato l’avvocato Giovanna Cacciapuoti, legale dei genitori di Melillo, “che non ha riguardato solo il povero Emanuele”. Durante la prossima udienza del processo fissata per il 12.30 del 14 novembre verranno ascoltati come testimoni una tossicologa, il medico legale e uno dei passeggeri che erano nel bus quando avvenne l’incidente.