Prima sfollate per il bradisismo, poi prossime a dover lasciare gli alberghi, nei quali le istituzioni le avevano sistemate. È l’odissea di centinaia di famiglie puteolane, e forse il peggio deve venire. Per loro si avvicina il 15 luglio, una data capestro. Quel giorno scadrà la proroga dell’assistenza alberghiera, decisa per gli sfollati del terremoto del 20 maggio scorso. In queste ore, si stanno raccogliendo firme per una lettera. Verrà inviata a tutti gli attori istituzionali.
Dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, alla premier Giorgia Meloni, passando per il prefetto di Napoli, fino ai livelli di governo locali: Regione, Città Metropolitana, Comune di Pozzuoli. Il primo interrogativo posto è: dove andranno i nuclei familiari, dal 16 luglio? E poi spunta un tarlo. Il sospetto di una speculazione in atto, sui prezzi degli affitti. “In primis ci teniamo a sottolineare che – affermano le famiglie – già nei giorni e settimane successive il 20 Maggio si è verificato un aumento inaspettato dei canoni di locazione”. Il boom dei prezzi si sta verificando “immediatamente fuori alla zona rossa”.
Nella denuncia, si tiene conto di un dato. Quelle del “‘cratere bradisismico’ sono zone ad alta vocazione turistica e – spiega la lettera -, come è normale che sia, soprattutto nel periodo estivo hanno costi per vacanzieri”. Ma questo, a detta degli sfollati, non può essere un alibi. E con un velo di ironia, si ricorda: “Come sarà chiaro a Voi tutti, noi non abbiamo alcuna intenzione di fare vacanze estive”. Non è aria, “dopo questi mesi di esistenza sospesa”. Ma si pretende tuttavia “che venga riconosciuta la nostra dignità”. La missiva mette i destinatari di fronte alla cruda realtà. Tra i firmatari c’è stanchezza, e anzitutto paura. Sono famiglie stremate da un anno di scosse, culminato negli sgomberi. E però: sono cittadini stressati, ma non ingrati. “Siamo consapevoli dello sforzo economico cui si sta facendo fronte”. Il riferimento è al contributo stabilito dall’ultimo decreto. Risorse, tuttavia, a rischio di non bastare. “Sapete – domandano – quali sono i costi per trovare un’autonoma sistemazione tra fitti anticipati , agenzie immobiliari e mobili?” E ancora: “Si è compreso che le uniche soluzioni reperibili sul ‘mercato’ con queste caratteristiche sono case vacanza da migliaia di euro a settimana?”.
I nodi urgenti sono diversi. Queste famiglie, tanto per dire, devono trovare appartamenti ammobiliati. Tutti i loro averi, a partire dai mobili, sono in zona rossa. Un’area oggi inaccessibile. Le sistemazioni reperibili sono case vacanze e B&B, soluzioni ad alto costo. Si parte infatti dai mille euro a settimana, in questo periodo. E gli aiuti economici, erogati agli sfollati, non raggiungono tali cifre. Risultato: davvero tanti faticano a trovare un tetto. C’è chi è ospitato dai parenti, ma scopriamo anche situazioni estreme. Persone ancora costrette a dormire in auto, a quasi 2 mesi dal sisma. Il flusso degli sfollati, tra l’altro, non si è mai fermato. In queste settimane sono continuati gli sgomberi. Il timore degli sgomberati: “Centinaia di persone saranno lasciate per strada con la promessa di qualche centinaia di euro”. Soldi che “non riusciranno ad utilizzare per trovare una casa”. Del resto, il sacrificio non sarà temporaneo. Il ritorno alla normalità non ha una data. Ma comunque, non avverrà a breve. Ed ecco quindi l’appello: “Chiediamo all’intera filiera istituzionale che venga prorogata la sistemazione alberghiera”. Inoltre, si invoca l’estensione “della stessa per coloro che ancora non sono stati sistemati”. Il tutto “nell’attesa che si trovino le corrette modalità per utilizzare le risorse per l’autonoma sistemazione”. Infine si rammenta: “Siamo umani e non bestie da mandare a pascolare nei prati”. E il tempo stringe.